Lele Mora racconta Olindo in carcere: “Si lavava solo quando poteva incontrare la moglie”
"Mi guardava sempre in modo strano quando passavo davanti alla sua cella, mi infastidiva e mi faceva ribrezzo. Però al tempo stesso mi faceva molta pena", così l'ex agente dei vip Lele Mora ha raccontato la sua esperienza in carcere con Olindo Romano, l'uomo condannato con la moglie Rosa per la strage di Erba in cui furono uccisi a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini con il suo cane. Intervistato dal settimanale Giallo, Lele Mora, ormai libero dopo aver scontato la pena, ha ricordato le ristrettezze economiche di Olindo nel carcere milanese di Oper,a dove anche li era detenuto, e la conseguente vita a cui sarebbe stato costretto
"Non aveva parenti, solo la sua Rosa, e per questo non aveva mai un soldo per comprare cibo e sapone" ha rivelato infatti Lele Mora, raccontando: " Si lavava solo una volta a settimana, il venerdì, quando poteva incontrare la moglie, una donna bassa e paffutella". Una condizione che, stando al suo racconto, ha intenerito agente dei vip che si è mosso per aiutarli.
"Vederlo privo di beni elementari come pane, merendine e sapone mi fece stringere il cuore", ha spiegato ancora Mora, raccontando: "Lui, d'altronde, aveva solo Rosa e la loro complicità, anche durante gli incontri, era evidente: non hanno altro che il loro matrimonio. Per questo ho parlato a lungo prima con il cappellano, che sosteneva quanto Olindo avesse bisogno d'aiuto, poi con alcuni vertici del carcere". Alla fine li convinsi a far lavorare Olindo come addetto alle pulizie per racimolare i soldi necessari a comprare cibo e sapone e, talvolta, gli regalavo le mie merendine al cioccolato" ha concluso Mora.