Leggi la posta del tuo ex? E’ un reato, anche se la busta era già aperta
La posta, sia essa cartacea o online, non è violabile da mani estranee, anche se la busta della lettera risulta già aperta. Per questo la Cassazione ha confermato la colpevolezza – con conseguente condanna al risarcimento dei danni morali – di una donna separata che si era impossessata di una lettera inviata all'ex coniuge, un professore universitario, e contenente l’accordo economico relativo ad un contratto editoriale per servirsene in causa. Per aver “aperto e preso cognizione della corrispondenza, pur non essendone destinataria, destinata a Michele C., suo marito non convivente, dal quale è legalmente separata, utilizzandola nella causa di separazione pendente davanti al Tribunale di Napoli”, Filomena M. era stata condannata nei primi due gradi di giudizio.
La donna ha provato a difendersi in Cassazione affermando che l'ex marito era già al corrente del contenuto della busta e che lei non aveva commesso alcun reato anche perchè mostrare il contratto in tribunale costituiva “una giusta causa di rivelazione del contenuto dell’atto”. Ma i giudici della Suprema Corte le hanno torto. E’ del tutto “irrilevante” che la sia chiusa o aperta “essendo evidente che la corrispondenza era destinata ad altri, come pure il fatto che il destinatario ne conoscesse il contenuto, giacchè la legge tutela la libertà individuale e la riservatezza” si legge nella sentenza 585. Nessuna scusante è stata concessa alla signora per aver preso visione del contratto al fine di esibirlo al giudice della separazione. Con l'obiettivo di scoraggiare le azioni furtive tra coniugi, la Cassazione ricorda che “il giudice può, a istanza di parte, ordinare all’altra parte o ad un terzo, l’esibizione di documenti di cui ritenga necessaria l’acquisizione al processo”.
