L’ecomostro di Torre Melissa abbattuto con 400 kg di esplosivo: “Oggi lo Stato è più forte”

“L’abbattimento di Palazzo Mangeruca dimostra che la Calabria distrugge ciò che la ‘ndrangheta ha costruito abusivamente” ha detto il Presidente della Regione Occhiuto. “Abbattere un ecomostro costruito dalla ‘ndrangheta significa far prevalere lo Stato sul male” ha dichiarato il comandante dell’Arma dei carabinieri, generale Teo Luzi.
A cura di Antonio Palma
111 CONDIVISIONI
Immagine

L'ecomostro di Torre Melissa non c'è più. Oggi, domenica 17 dicembre, Palazzo Mangeruca è stato abbattuto con 400 kg di esplosivo in una deflagrazione controllata alla presenza di istituzioni e forze dell'ordine, intervenuti appositamente in provincia di Crotone. Il palazzo, che era stato un ex mobilificio di sei piani realizzato dalla ‘ndrangheta circa 40 anni fa, da decenni deturpava la costa ionica crotonese in uno dei tratti costieri più belli della Calabria.

Immagine

Presente al momento dell’abbattimento di palazzo Mangeruca, avvenuto intorno alle 13.30, il governatore del Calabria Roberto Occhiuto ma anche il ministro per i rapporti con il Parlamento Ciriani e il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, il generale Teo Luzi.

Immagine

“L’abbattimento dimostra che la Calabria distrugge ciò che la ‘ndrangheta ha costruito abusivamente” ha detto il Presidente della Regione. "È un giorno importante per tutta l'Italia. È un segnale di vittoria della legalità ed era molto importante che il governo fosse presente oggi in Calabria", ha detto invece il ministro.

Immagine

“Oggi in Calabria lo Stato cancella con decisione i simboli della ‘ndrangheta con la demolizione dell'ecomostro di Melissa” ha dichiarato invece il vicepresidente della Commissione Antimafia, Mauro D'Attis. “Abbattere un ecomostro costruito dalla ‘ndrangheta significa far prevalere lo Stato sul male" ha affermato invece il comandante dell'Arma dei carabinieri, generale Teo Luzi, aggiungendo: “Mi piace pensare che sia un atto d'omaggio ai tanti servitori dello Stato. Oggi lo Stato è più forte del passato”.

Immagine

Per abbattere il palazzone sulla statale 106, già sequestrato nel 2007 e poi confiscato nel 2009 a un imprenditore ritenuto prestanome della cosca “locale” di ’ndrangheta, la Regione aveva approvato lo scorso anno un progetto da 700mila euro per la distruzione dell’edificio e la successiva realizzazione di un’area camper.

Con la tecnica della distruzione controllata, attraverso la contemporanea esplosione di 400 chili di dinamite in microcariche, il palazzo di 6 piani per 6mila metri quadrati complessivi è stato distrutto in modo da minimizzare detriti e polveri sull'area che circonda l'immobile. Per consentire alle ditte incaricate di piazzare le cariche esplosive e poi la demolizione, la statale è stata chiusa al traffico dalle ore 8 di sabato e fino alle ore 16 di domenica dal km 263 al km 277.

111 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views