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Lecce, lavora come ambulante in spiaggia, a 9 anni chiede aiuto: “Voglio solo essere un bambino”

Lavorava come ambulante sulle spiagge di Lecce a soli 9 anni. Il bimbo ha chiesto aiuto alla guardia medica in turno, lamentando disagi psicologici e continui dolori alle gambe e alla spalla. “Voglio solo essere un bambino” ha confidato al dottore che ha segnalato il caso alla Procura per i Minori.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Accompagnava i familiari sulle spiagge del Salento per vendere mercanzie varie sotto gli ombrelloni dei turisti. Sotto il sole, un bimbo di soli 9 anni era costretto a osservare i coetanei che giocavano in acqua con il pallone senza potersi mai fermare. Il bambino che da tempo viveva a Lecce con tutta la famiglia, lavorava di continuo senza neppure un giorno di riposo con picchi di fatica proprio nel periodo estivo.

Il bambino, scrive il quotidiano La Repubblica, frequentava la scuola primaria come tanti altri coetanei eppure spesso era costretto ad assentarsi per aiutare la famiglia. I servizi sociali seguivano da tempo il suo caso, monitorando con una certa preoccupazione le sue assenze a scuola. Il minore, nel mezzo di una di queste giornate lavorative, ha lasciato il fratello più grande in spiaggia e ha raggiunto la Guardia Medica con la scusa di un dolore alla caviglia. In realtà, il bimbo aveva intenzione di raccontare al medico di turno la sua storia e di chiedere aiuto.

"Voglio essere un bambino" ha detto al medico a bassa voce, nella speranza che il dottore potesse aiutarlo. Per fortuna, il dottore di turno ha capito e ha inoltrato una segnalazione all'ufficio della Procura per i Minori. Gli inquirenti si sono attivati per verificare contesto e condizioni di vita e il quadro emerso ha spinto le autorità ad allontanare il bimbo dalla famiglia d'origine.

La storia somiglia molto a quella di un 15enne che, dopo una ricerca su Google Maps, ha raggiunto gli uffici della Procura minorile di Lecce per raccontare il suo calvario fatto di lavoro e basta, senza la possibilità di studiare. A imporglielo, aveva raccontato, era stato lo zio, divenuto suo tutore dopo la morte della madre. Il 15enne oggi vive in un contesto estraneo a quello della famiglia d'origine dalla quale era stato allontanato dopo la segnalazione.

Sono tantissimi i minori di origini straniere che vivono in contesti di povertà, soprattutto nel Sud dell'Italia. Il loro desiderio è però quello di vivere la vita di tutti gli altri bambini, con la possibilità di andare a scuola e di riposare. Secondo quanto sostengono fonti investigative che si occupano di minori, il numero dei bambini che "sognano" di vivere una vita normale seppur lontani dalle famiglie di origine è in aumento costante.

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