Lecce, la lettera del killer alla compagna di corso: “Leggerai di me”
“Sentirai o leggerai delle cose su quello che ho fatto e voglio essere sincero: sono stato io a farlo”. È uno dei passaggi di una lettera scritta da Antonio De Marco poche ore dopo il duplice omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta e rivolta a una persona speciale.
Si tratta di un'amica del corso di Scienze infermieristiche e ritrovata nelle bozze della posta elettronica del computer dello studente di Casarano dai carabinieri del Ris di Roma. La destinataria della lettera – mai inviata – è la ragazza a cui De Marco aveva dichiarato i propri sentimenti e che lo aveva respinto rendendosi disponibile solo a un rapporto di amicizia. Così scriveva De Marco dopo l'eccidio del 21 settembre quando ha ucciso i fidanzati Daniele De Santis ed Eleonora Manta, nel loro appartamento di via Montello:
Ora credo che ti farai tante domande, sarai scioccata, ma voglio che tu sappia una cosa: ti voglio bene, veramente, tu sei stata la mia prima amica… la mia prima amica è una ragazza che non posso né vedere, né sentire… eppure sei stata una persona importante per me, ti ho detto delle cose che non pensavo avrei mai detto a qualcuno e tu mi hai sempre confortato. Per tutto il tuo supporto vorrei dirti grazie, grazie dal profondo del cuore. A questo punto credo che noi due non ci sentiremo mai più e anche se ci fosse la possibilità non penso che vorrai avere a che fare con me, per questo voglio farti un augurio sincero, spero davvero con tutto il cuore… quello che io non ho avuto e probabilmente non avrei avuto e che nella vita spero tu possa riceverne il doppio, spero che ti troverai un buon lavoro, che avrai una solida famiglia in cui sentirti a casa, dei bambini splendidi come te e una vita lunga e piena di soddisfazione senza rimpianto e soprattutto ti auguro di non sentirti mai sola, te lo auguro davvero! Voglio che tu stia bene, grazie ancora per avere fatto parte mia vita.
P.S. Questo è un regalo che avrei tanto voluto inviarti.
All'amica augura di poter ottenere tutto quello che lui, invece, non ha avuto: l'affetto della famiglia, un lavoro e nessun rimpianto. Si tratta di uno sfogo molto lucido che potrebbe influire nella valutazione psichiatrica sulla capacità d'intendere e di volere del De Marco.