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Matteo Messina Denaro

Le verità di Messina Denaro sui pizzini: “Io sono qua come prima, anzi più di prima”

Secondo quanto emergerebbe da alcune intercettazioni risalenti allo scorso giugno, Matteo Messina Denaro non solo era “vivo e vegeto” ma impartiva ordini ai suoi uomini attraverso un sistema di pizzini: “Digli che io sono qua come prima, anzi più di prima”.
A cura di Ida Artiaco
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"Digli che io sono qua come prima, anzi più di prima… E lui è il suo pensiero… Perché io a questo l’ho messo qua… a questo l’ho messo qua e a questo l’ho messo da questa parte". A parlare è Piero Di Natale, 41enne di Castelvetrano, considerato dagli investigatori uno dei principali affiliati del clan guidato da Franco Luppino, il quale riferisce il contenuto di un pizzino scritto direttamente da Matteo Messina Denaro ai suoi uomini.

È quanto emerge da una intercettazione che vede protagonisti da un lato Di Natale e dall'altro Marco Buffa, inquisito per traffico di droga, concorso in associazione mafiosa e porto illegale di armi.

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Stando a quanto riporta Il Corriere della Sera, la conversazione tra i due, che fa parte dell'operazione "Hesperia", che a settembre ha portato in carcere 35 persone per mafia e altri reati, risalirebbe a giugno 2022, poco dopo il trasferimento del boss di Cosa Nostra nell'appartamento di via Cb 31 a Campobello di Mazara, nel Trapanase.

Di Natale accusa il suo interlocutore di aver messo in giro la voce secondo cui Messina Denaro sarebbe morto, cosa che allo stesso boss, che aveva subito da poco una operazione per un tumore al colon scoperto nel 2020, non sarebbe piaciuta.

"Vedi che è arrivata la notizia di questo discorso… Non parlare in giro di questo fatto che hai detto tu che è morto… Perché già la notizia gli è arrivata… Che c’è stato qualcuno sta dicendo che Ignazzieddu è morto…Vedi che a quello quando pare che non gli arriva… Perché ha sempre sette-otto persone che lo informano", si sente dire Di Natale, che a un certo punto conferma che il boss "è vivo e vegeto".

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Non solo. Dalle parole dei due emerge che Messina Denaro impartisse ancora ordini sul territorio, attraverso il sistema dei pizzini, secondo l’interpretazione dei carabinieri che stavano intercettando quella conversazione. "Allora in uno degli ultimi… gli ha detto salutami a Sandrone e digli che io sono qua come prima, anzi più di prima", dice ancora Di Natale, consigliando a Buffa di "chiedere scusa".

Perché quella che per quest'ultimo era "un'opinione" poteva essere pericolosa da far circolare nell’ambiente mafioso di Campobello, dove Messina Denaro agiva indisturbato fino all'arresto avvenuto lo scorso 16 gennaio.

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