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Covid 19

Le varianti del Covid sono più pericolose per i giovani: aumentano ricoveri e terapie intensive

La diffusione delle varianti inglese, sudafricana e brasiliana del Sars-Cov2 provoca un aumento dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva anche tra i pazienti più giovani. A evidenziarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
A cura di Stefano Rizzuti
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Le varianti di Sars-Cov2 più diffuse in Europa sono più pericolose anche per i giovani. Aumentano, in particolare, il rischio di ricovero sia nei reparti di area medica che nelle unità di terapia intensiva nelle classi di età compresa tra i 20 e i 39 anni, oltre che tra i 40 e i 59, ma persino tra chi ha meno di 19 anni. Le indicazioni arrivano dall’analisi pubblicata su Eurosurveillance, una rivista scientifica del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), nella quale si prendono in considerazione i dati relativi alla variante inglese (B.1.1.7), alla sudafricana (B.1.351) e alla brasiliana (P.1), in sette Paesi europei, compresa l'Italia. Secondo quanto riportato nell’articolo questo dato indica “la necessità di raggiungere rapidamente livelli elevati di copertura vaccinale e di aderire alle misure di sanità pubblica tese a ridurre l'incidenza del virus SarsCoV2”. Gli autori della ricerca chiedono, inoltre, di puntare molto sui test diagnostici e sulla tracciabilità dei contagi per ridurre la diffusione del Coronavirus.

L’analisi è stata avviata dopo l’osservazione dei maggiori tassi di infezione nei giovani riscontrata in Gran Bretagna, ma anche in seguito all’aumento dei ricoveri delle persone con meno di 60 anni in Germania e all’aumento dei ricoveri anche in Danimarca, a causa della variante sudafricana. La ricerca ha riguardato circa 23.300 casi riconducibili alle varianti, selezionati tra i 3,2 milioni di casi in sette Paesi: Cipro, Estonia, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo e Portogallo. Il periodo considerato è quello che va dalla metà di settembre del 2020 alla metà di marzo del 2021. Su 23.343 varianti, sono 19.995 i casi legati alle Voc, le Variants of concern, ovvero quelle che destano preoccupazione.

In questi Paesi la variante inglese è quella più diffusa ed è stata riscontrata anche in 3.730 bambini e ragazzi fino ai 19 anni, ovvero il 19,4% dei casi. Poi in 6.005 giovani tra i 20 e i 39 anni (31,3%) e in 6.151 persone tra i 40 e i 59 anni (32%). Meno i casi sulle fasce d’età più avanzate. Il rischio di ricovero è tre volte maggiore nella fascia 20-39 e 2,3 volte più alto in quella 40-59 anni, mentre i ricoveri in terapia intensiva sono ritenuti simili. Per la variante sudafricana la diffusione è vasta tra i 20 e i 29 anni (147 casi, il 33,7%) e sotto i 19 anni (il 13,8%). Con questa variante il rischio di ricovero è circa 3,5 volte maggiore per la fascia 40-59 anni (con aumento anche dei casi in terapia intensiva). La variante brasiliana è stata riscontrata soprattutto nella fascia 40-59 anni (30,7%) e sotto i 19 anni (22,4%). Il rischio di ricovero, invece, aumenta tra le 3 e le 13,1 volte nei gruppi 20-39, 40-59 e 60-79. Mentre i ricoveri in terapia intensiva aumentano da 2,9 a 13,9 volte nei gruppi 40-59, 60-79 e negli over 80.

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