Le ultime ore di Pamela prima dell’omicidio. Aveva confidato: “Voglio diventare una criminologa”
Pamela Mastropietro, la ragazza di 18 anni uccisa, mutilata, poi chiusa in due trolley e gettata in una scarpata a Pollenza, in provincia di Macerara, voleva studiare criminologia, magari all'estero. L'aveva confidato a Josè, un educatore della comunità terapeutica di Corridonia dove era in cura, poche ore prima fuggire dalla struttura. Come racconta il Corriere Pamela domenica scorsa, il 28 gennaio, si era presentata in mensa e aveva pranzato insieme agli altri ospiti senza dare particolari segnali di insofferenza. Nessuno poteva pensare che di lì a poche ore avrebbe premeditato una "fuga". Lunedì però Pamela decide di andarsene: riempie la sua valigia e – uscendo dalla struttura – lascia documenti, telefono cellulare e soldi agli operatori, come prevedono le regole della comunità San Michele Arcangelo. La struttura non ha recinzioni né sbarre e per Pamela è facile allontanarsi: trascorrono pochi minuti prima che gli educatori si accorgano della sua assenza e facciano scattare le ricerche. "Ma lei non c'era già più", racconta Josè. Pamela nel frattempo si era incamminata verso Macerata, percorrendo a piedi o in autostop i tre chilometri che separano la struttura dalla strada provinciale.
Un tassista: "Ho visto Pamela allontanarsi con un uomo nigeriano"
Oltre a Innocent Oseghale, l'uomo nigeriano accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, l'ultima persona che ha visto Pamela Mastropietro in vita sarebbe stato un tassista peruviano che, al "Messaggero", ha spiegato di aver trasportato la giovane fino alla stazione di Macerata. "Mi ha detto di portarla ai giardini. Ha pagato 7 euro ed è scesa davanti alla rotonda. Non c'era nessuno ad aspettarla. Stava bene, era lucida e sorridente". L'uomo l'avrebbe rivista poco dopo, sempre martedì mattina, "in via Spalato, quasi davanti alla palazzina dove è stata uccisa". Il tassista l'ha vista entrare in farmacia, dove avrebbe acquistato una siringa da 20 centesimi. "All'uscita del negozio -, ricorda ancora il tassista -, ho visto Pamela e il nigeriano andare via insieme. Lui camminava davanti. Poi sono entrati nel vialetto verso l'abitazione di via Spalato". I due"camminavano separati" quando sono entrati nella palazzina. L'indomani il peruviano avrebbe sui giornali della scomparsa di Pamela e, dopo aver visto la foto, sarebbe andato dai carabinieri per raccontare tutto. Poche ore più tardi sarebbe stato trovato il corpo della 18enne.
Sequestrati molti coltelli a casa di Innocent Oseghale
Nel frattempo proseguono le indagini che dovranno stabilire l'esatta dinamica della morte di Pamela: la scorsa notte i carabinieri del Ris hanno sequestrato vari coltelli di grosse dimensioni nell'appartamento a Macerata di Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano in stato di fermo per la morte della 18enne. I militari hanno lavorato fino a tarda notte nell'abitazione via Spalato, dove hanno anche individuato macchie di sangue in vari punti dell'appartamento.