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Le tensioni in famiglia prima del litigio fatale: cosa sappiamo sull’omicidio-suicidio di Lamon

A Lamon, in provincia di Belluno, un 50enne di origini polacche ha accoltellato a morte il figlio 17enne dopo una lite, poi si è tolto la vita con una pistola da macellazione. La tragedia, avvenuta in casa, ha sconvolto la comunità locale. Indagini in corso per chiarire la dinamica, disposta autopsia sui corpi.
A cura di Biagio Chiariello
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Vladislav Gaio e il figlio 17enne
Vladislav Gaio e il figlio 17enne

È ancora avvolta nel mistero la tragedia che si è consumata nel primo pomeriggio di martedì 22 aprile nella frazione di Oltra, a Lamon, piccolo centro della provincia di Belluno. Qui, in un’abitazione isolata immersa nel silenzio della montagna, un uomo di 50 anni, Vladislav Gaio, di origini polacche ma da tempo residente in zona, avrebbe ucciso il figlio di 17 anni con un coltello, per poi togliersi la vita sparandosi alla testa con un’arma da fuoco.

L’ipotesi dell’omicidio-suicidio è quella su cui si stanno concentrando le indagini dei carabinieri, che hanno trovato i due corpi all’interno della casa dove la famiglia viveva da tempo. A quanto emerso dai primi rilievi, sembra che tra padre e figlio si fosse accesa una lite molto violenta, culminata in un gesto estremo. L’uomo avrebbe colpito ripetutamente il ragazzo al petto con un coltello, e subito dopo avrebbe utilizzato una pistola da macellazione per spararsi. La scena, tremenda, è stata scoperta dai soccorritori allertati da vicini di casa che avevano udito dei rumori inquietanti.

Non lontano dall’abitazione si trova una struttura ricettiva: da lì alcuni testimoni hanno udito chiaramente gli spari. "Abbiamo sentito dei colpi secchi, poi un silenzio irreale – ha raccontato una donna che gestisce un bed and breakfast nella zona –. Abbiamo subito capito che era accaduto qualcosa di terribile". Le forze dell’ordine sono accorse sul posto insieme ai sanitari del Suem 118, ma per i due non c’era ormai più nulla da fare. La salma del ragazzo è stata ritrovata nella zona giorno, mentre quella del padre in una stanza adiacente. Martedì pomeriggio è intervenuto anche il medico legale Antonello Cirnelli, che ha effettuato un primo esame esterno sui corpi. Nelle prossime ore la Procura disporrà l’autopsia, necessaria per chiarire nel dettaglio la dinamica dell’accaduto.

Sconvolta la comunità di Lamon, che fatica a trovare le parole di fronte a un evento tanto drammatico. Il sindaco Loris Maccagnan ha espresso il cordoglio della cittadinanza e sta seguendo l’evoluzione del caso con la massima attenzione. "È una tragedia che lascia tutti attoniti – ha dichiarato –. Siamo vicini alla famiglia e faremo il possibile per fornire supporto, anche psicologico, a chi è rimasto coinvolto indirettamente".

La famiglia Gaio era composta da Vladislav, la moglie Mirella, il figlio adolescente vittima della tragedia, una bambina di 12 anni e l’anziana madre dell’uomo, che viveva con loro. Secondo quanto riferito da alcuni conoscenti, Vladislav aveva avuto in passato un lavoro come uomo immagine in alcune discoteche del Nord Italia, poi si era dedicato all’insegnamento delle arti marziali, ma negli ultimi anni non aveva più un’occupazione stabile. La moglie, invece, lavorava regolarmente, e pare che tra i due i rapporti fossero diventati sempre più difficili. Secondo alcune fonti, non si esclude che l’episodio tragico sia stato il culmine di tensioni familiari protratte nel tempo e che ci possano essere state avvisaglie di comportamenti aggressivi anche in passato.

I carabinieri, su disposizione della procura, stanno raccogliendo tutte le testimonianze e verificando eventuali segnali di disagio precedenti all'accaduto. Si cerca di comprendere se l’uomo potesse già manifestare segni di instabilità, o se esistano elementi che possano far luce sul contesto familiare e psicologico in cui è maturato l’orrore.

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