Le straordinarie foto di Città della Scienza “Messa a fuoco”
"Messa a fuoco" è una mostra fotografica straordinaria, aperta al pubblico fino al 31 maggio 2015, che vede riuniti quattro grandi fotografi d'arte napoletani (Antonio Biasiucci, Fabio Donato, Mimmo Jodice e Raffaela Mariniello), ognuno con il suo sguardo e la sua poetica, per raccontare l'incendio che ridusse in macerie Città della Scienza. Un percorso della memoria, che riparte dalla cultura come proposta cardine e necessaria per la ricostruzione del patrimonio, del sapere e della produttività.
Il Museo di Bagnoli dedicato alla promozione e divulgazione scientifica, squassato dal terribile incendio di due anni fa, sta rimettendo insieme le forze per ridare progettualità e futuro a uno spazio vivo, cuore pulsante e fiore all'occhiello della cultura campana. E lo fa con un concorso internazionale di architettura per la realizzazione del nuovo Science Centre di Città della Scienza. Un rilancio doveroso e attesissimo che, con grande sapienza, usa lo sguardo d'artista come primo motore per la sua nuova nascita. Come scrive Vittorio Silvestrini, Presidente di Città della Scienza, " lo sguardo dell'artista, infatti, riesce ad andare oltre l’immediato delle macerie e della condizione presente dei luoghi, conquistandone una visione nuova; nello sguardo dell’artista i significati si moltiplicano e l’immaginazione del futuro di qualsiasi futuro diviene possibile".
La memoria del rogo, la sua documentazione, e al tempo stesso la sua enorme componente simbolica raccontata sotto forma di progetto artistico, sono il punto di partenza per una ricerca sull'identità dei luoghi e, di conseguenza, sull'identità degli avventori, degli abitanti e della cittadinanza attiva tutta. Un'occasione per trascendere la cronaca e riflettere su squarci immaginari, immaginifici e futuribili per Bagnoli e per la Campania intera.
E così il "metafisico" Mimmo Jodice, ottant'anni di fotografia "della mente", costruisce una "perlustrazione sensibile del perimetro chiuso e ingombro di macerie", con il suo obiettivo inquieto e mobile. Il fotografo dei resti, delle rovine, si cimenta questa volta con le macerie, in continuità con la sua produzione sterminata e coerente, e aggiunge tasselli di mondo al suo paesaggio interiore, contemplando il corpo inerme di un luogo ferito.
Antonio Biasiucci, artista dalla ricerca analitica, che, al contrario di Jodice, fotografa all'infinito i suoi soggetti fino a rinvenire nella ripetizione ossessiva (mutuata dalla ricerca teatrale di Neiwiller) la necessità e i motivi profondi e reconditi che lo legano al soggetto, dedica un polittico a Città della Scienza. In perfetta continuità con la sua storica ricerca inaugurata con "Res", Biasiucci ricompone i resti in un mosaico perfetto, totemico e ancestrale al tempo stesso.
Fabio Donato apre, metateatralmente, con l'amara ironia dell'ingresso del museo: un manifesto su cui campeggia il volto di Einstein che ci consiglia di non drammatizzare, su uno sfondo di macerie e devastazione. Un trittico di finestre oscurate ci conduce, infine, a un'uscita, rassicurante, terrena: una porta carbonizzata sul golfo, Araba fenice che risorge dalle proprie ceneri.
Estremamente teatrale ed evocativo il lavoro di Raffaela Mariniello, che inscena composizioni di rara bellezza, come la teofania di un computer combusto e squagliato, o la cenere luccicante e i cavi pendenti dal soffitto come tante stelle filanti. Una dimensione surreale che cristallizza il vuoto nella dimensione onirica e sospesa di un'incantesimo.
Il curatore della mostra è Giuliano Sergio, l’architetto Giovanni Francesco Frascino si è occupato dell'allestimento e Le Nuvole Teatro Arte e Scienza hanno firmato il disegno delle luci. È possibile visitare la mostra a Città della Scienza, via Coroglio, 104 , Napoli. Orari: da lunedì a sabato 9 – 15 – domenica 10 – 17.
Informazioni su www.cittàdellascienza.it / tel: 39 081 7352 220/222 / mail: contact@cittadellascienza.it