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Covid 19

Le reinfezioni da Covid continuano ad aumentare, chi è più a rischio secondo il report dell’Iss

Secondo il report esteso dell’Iss aumenta ancora il tasso di reinfezioni da Covid: la scorsa settimana una persona su venti che si è contagiata aveva già avuto il virus in passato.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I casi Covid di reinfezione continuano ad aumentare, settimana dopo settimana. Pur restando una percentuale molto bassa rispetto alla totalità dei contagi, il report esteso pubblicato oggi dall'Istituto superiore di sanità segnala che tra il 24 agosto dell'anno scorso e il 20 aprile sono stati segnalati 357mila casi di reinfezione. Insomma, persone che avevano già avuto il Covid e lo hanno preso di nuovo. Parliamo del 3,2% dei casi totali registrati in questo lungo periodo. Se invece guardiamo l'ultima settimana, la percentuale di reinfezioni sui casi totali sale al 4,5% (la settimana precedente era 4,4%). Mediamente una persona su venti che si è contagiata questa settimana aveva già avuto il Covid. Sappiamo bene che dipende da molti fattori, soprattutto dalla presenza delle varianti. Secondo l'Iss le fasce di popolazione più a rischio sono le donne, i giovani tra i 12 e i 49 anni e il personale sanitario. Allo stesso tempo è più a rischio chi ha avuto il Covid almeno sette mesi fa, chi non è vaccinato o chi è vaccinato da più di quattro mesi.

Nel report Iss si parla anche dell'incidenza di casi Covid a livello nazionale: si passa dai 740 ogni 100mila abitanti del periodo 4-10 aprile ai 657 ogni 100mila abitanti del periodo 11-17 aprile. L'incidenza, però, non cala nelle fasce di età sopra i 70 anni. Da sottolineare l'altissimo valore registrato nella fascia tra i 30 e i 39 anni che, seppur in discesa, è due volte e mezzo il dato nazionale: 1.618 casi ogni 100mila abitanti.

Continuano a essere più che confortanti anche i dati sui vaccini contro il Covid: il tasso di mortalità tra febbraio e marzo è cinque volte più alto nei non vaccinati rispetto a chi ha completato il ciclo primario (due dosi) da meno di quattro mesi e dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster. Tra chi non ha fatto il vaccino si parla di 36 morti ogni 100mila abitanti, tra i vaccinati con due dosi sono 8 e tra chi ha fatto la terza sono 4. Ottimi i risultati anche per quanto riguarda l'ospedalizzazione: il tasso di ricovero è tre volte più alto nei non vaccinati rispetto a chi ha fatto le due dosi da meno di quattro mesi, quattro volte rispetto a chi ha fatto la terza. In terapia intensiva i non vaccinati finiscono quattro volte più di chi ha concluso il ciclo primario da meno di quattro mesi e otto volte di più rispetto a chi ha fatto anche la dose booster.

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