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Omicidio Giulia Cecchettin

Le parole del giudice su Filippo: “Gesto folle dopo vita di apparente normalità, può uccidere ancora”

Secondo il Gip di Venezia, Benedetta Vitolo, Filippo Turetta dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin “potrebbe uccidere altre donne” per questo deve stare in carcere: “Dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato”.
A cura di Ida Artiaco
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Filippo Turetta e Giulia Cecchettin
Filippo Turetta e Giulia Cecchettin
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Filippo Turetta deve stare in carcere perché "potrebbe uccidere altre donne" dopo Giulia Cecchettin. Lo ha scritto il Gip di Venezia, Benedetta Vitolo, nell'ordinanza con cui ha disposto l'arresto, poi diventato mandato europeo di cattura eseguito in Germania, dove il 22enne è stato fermato nei pressi di Lipsia al termine della folle corsa verso il Nord Europa dopo l'omicidio dell'ex fidanzata.

Il ritratto psicologico di Filippo Turetta

E il ritratto che nella stessa ordinanza il magistrato fa del giovane, accusato di omicidio volontario aggravato dal legame affettivo e sequestro di persona, fa rabbrividire. "Turetta con questa aggressione – si legge nel documento – a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo". Elementi idonei "a fondare un giudizio di estrema pericolosità e desta allarme" dato che "i femminicidi sono all'ordine del giorno".

Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin

Ma soprattutto, scrive il Gip Vitolo, Filippo appare "imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all'insegna di un‘apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato". I due avevano avuto una relazione sentimentale, finita lo scorso agosto. Ma niente avrebbe potuto far prevedere un epilogo simile.

La ricostruzione dell'omicidio da parte del Gip

L'11 novembre scorso Filippo e Giulia sono andati a cena insieme in un fast food in un centro commerciale a Vigonovo, poi sono spariti nel nulla. Sempre il Gip cerca di ricostruire nell'ordinanza di arresto cosa è successo in quei concitati momenti. L'aggressione sarebbe "avvenuta a più riprese": prima le coltellate nel parcheggio in via Aldo Moro a Vigonovo, a circa 150 metri da casa, dove è stato trovato "un coltello da cucina, della lunghezza di 21 centimetri, privo del manico", poi la rincorsa, la spinta e la caduta di testa sull'asfalto della zona industriale di Fossò.

Filippo Turetta e Giulia Cecchettin
Filippo Turetta e Giulia Cecchettin

Un orrore durato in totale 22 minuti, dalle 23.18 – quando un testimone la sente urlare nel parcheggio – a pochi minuti prima delle 23.50 quando Filippo, con il corpo senza vita dell'ex fidanzata, è già lungo la via Provinciale Nord da dove inizia la sua fuga finita in Germania.

Giulia è morta dissanguata per i colpi inferti in più riprese con il coltello, al collo, al volto e alle braccia, e per il colpo alla testa. Filippo le ha messo del nastro adesivo sulla bocca per non farla gridare, e nell'area industriale di Fossò l'ha spinta con violenza a terra, una frattura che insieme alle coltellate è stata letale. Poi, "consapevole della gravità delle sue azioni" è scappato per oltre mille chilometri. Per il Gip, dunque, l'unica misura possibile è il carcere "in ragione della pericolosità sociale dell'indagato, evincibile dall'inaudita gravità e manifesta disumanità del fatto commesso ai danni della giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale".

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