Dopo mesi di ricerche sarebbe arrivata la svolta nel caso di Alessandra Ollari, la donna di cinquantatré anni di cui si sono perse le tracce lo scorso 29 giugno quando il suo compagno ne ha denunciato la scomparsa. La Procura di Parma procede adesso per omicidio volontario a carico di ignoti, escludendo così l’ipotesi di un allontanamento volontario della donna.
Descritta da tutti come una persona schiva e riservata, aveva tagliato i contatti con le zie e gli amici dopo la morte della madre avvenuta dieci anni fa in conseguenza di una lunga malattia. Della sua vita sappiamo poco o niente, se non che la condivideva da quindici anni con Ermete Piroli. Una relazione misteriosa e non vissuta alla luce del sole. Tanto che neppure i suoi familiari ne erano a conoscenza. Un dettaglio, quest'ultimo, che potrebbe aver assunto un imponente peso investigativo.
Che cosa ha spinto gli investigatori a ipotizzare uno scenario omicidiario? Probabilmente alcune incongruenze riscontrate nel racconto del compagno della donna, che avrebbe un importante precedente penale in tema di abusi.
Alessandra Ollari è stata uccisa?
In questa fase tutti i condizionali sono d’obbligo. Certo è che quando viene aperto un fascicolo per omicidio significa proceduralmente parlando che il pubblico ministero è venuto a conoscenza di un fatto tale da rendere astrattamente possibile l’esercizio dell’azione penale. Da tale angolo di visuale, verosimilmente in quel fascicolo ci sono elementi concreti che fanno propendere per l’ipotesi che Alessandra non sia solamente una donna scomparsa. Ma una donna a cui qualcuno ha fatto del male. Dunque, quali sono i presupposti che hanno spinto la Procura ad indagare per omicidio volontario?
In prima battuta è altamente probabile che un ruolo cruciale lo abbiano avuto le testimonianze rese da amici e conoscenti di Alessandra Ollari. Testimonianze rese rispetto al lungo periodo trascorso rispetto all’ultima volta in cui effettivamente sia stata vista in circolazione. Difatti, mentre il compagno ne ha denunciato la scomparsa solamente dal giugno 2023, secondo le persone più vicine alla donna sarebbe almeno dell’anno scorso che di lei non si hanno più notizie.
In questa direzione, una parrucchiera in affitto in uno degli immobili di Alessandra avrebbe riferito di averla vista proprio nel mese di maggio del 2022. Da quel momento in poi non le avrebbe più risposto né alle telefonate né ai messaggi. Un lasso temporale decisamente troppo ampio rispetto alla denuncia di scomparsa.
Il mistero sulla relazione tra Alessandra ed Ermete
In seconda battuta, quel che probabilmente ha spinto ad approfondire la pista omicidiaria sono le dichiarazioni rese dalle persone vicine alla donna. Queste ultime hanno infatti affermato di non sapere dell’esistenza di Ermete Piroli e del fatto che Alessandra aveva una relazione con lui. Un dettaglio certamente non di poco conto dato che la storia durava da ben quindici anni. Un dato che sicuramente alimenta il sospetto di precarietà di quella relazione. Una precarietà che spingeva a tenerla nascosta. Perché doverlo fare?
A cinquantatré anni non si ha alcun bisogno di occultare una frequentazione come può accadere in età adolescenziale o in altre fasi della vita. Dato che, almeno da quanto emerso sino ad oggi, entrambi non avevano relazioni parallele. In quel caso, infatti, il ragionamento sarebbe stato di tipo diverso.
Sulla scena del crimine, o quanto meno potenziale, le coincidenze non esistono. Ed è proprio relativamente a questa omissione che si deve scavare a fondo. Perché è esattamente in quella direzione che si arriverà alla verità. Il diavolo si nasconde nei dettagli.
In questo scenario, potrebbero poi inserirsi anche i precedenti del compagno di Ollari. Secondo quanto emerso, infatti, l’uomo quattordici anni fa sarebbe stato condannato definitiva a un anno e mezzo di reclusione per aver abusato di una ragazza disabile. Una condanna rispetto alla quale l’uomo si difende sostenendo che si sia trattato di un drammatico errore giudiziario.
Dal cellulare della donna il 31 maggio di quest’anno sono partite due chiamate: una a un telefono fisso e l’altra a un cellulare, entrambi i numeri salvati sotto il nome di Stefano. Un uomo che il compagno di Alessandra ha dichiarato di non conoscere e di non aver mai sentito parlare. A raccontare la verità anche su questo punto ci penseranno i tabulati telefonici. Che sia un tentativo di depistaggio?
L’unica certezza che abbiamo oggi è che è stato proprio Ermete Piroli ad averla vista per l’ultima volta. A suo dire il 29 giugno di quest’anno. Da quel momento in poi, dopo essere uscita come ogni mattina per fare la spesa, la donna non avrebbe più risposto al telefono.