Le nuove vite degli orfani di Rigopiano a cinque anni dalla valanga
Tra le 29 vittime della valanga dell'hotel Rigopiano non ci sono solo figli ma anche genitori. Marina Serraiocco, Domenico Di Michelangelo, Piero Di Pietro, Rosa Barbara Nobilio, Sebastiano Di Carlo, Nadia Acconciamessa, Luciano Caporale, Silvana Angelucci, Tobia Foresta e Bianca Iudicone hanno lasciato soli in totale nove figli, tra bambini e ragazzi rimasti da un giorno ad un altro senza mamma e papà. Sono andati avanti contando solo sulle loro forze e quelle degli amici e parenti che gli sono stati vicino. Solo nel 2020 infatti hanno ottenuto una prima tranche dell'indennizzo promesso dallo Stato ma fino a quel momento da parte delle istituzioni non avevano ricevuto nessun aiuto.
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I fratelli Di Carlo e l'impegno per quella laurea che sognavano mamma e papà
Riccardo e Piergiovanni hanno potuto riabbracciare solo il fratellino Edoardo, uscito vivo dalle macerie insieme ad altri tre bambini rimasti miracolosamente illesi dal crollo dell'hotel. Non si sono mai persi d'animo, nonostante la loro giovane età, e a dicembre 2017 hanno riaperto la pizzeria del padre Sebastiano a Loreto Aprutino. "Tenere aperta l'azienda di papà è stato un segno di riscatto per noi ma il vero sogno dei nostri genitori era di vederci laureati" spiega Riccardo. Qualche mese fa infatti i due fratelli hanno venduto la pizzeria per riuscire a dedicarsi allo studio. Da un mese sta facendo uno stage alla Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, ente promosso dalla Fondazione Cariplo. A luglio Riccardo conseguirà la laurea in in Relazioni pubbliche e Comunicazione di impresa alla IUM di Milano e anche Piergiovanni studia nello stesso ateneo. Edoardo, 14 anni, vive a Loreto Aprutino con gli zii. I due fratelli più grandi non escludono, una volta ottenuta la laurea, di riprendere le redini della pizzeria ma al momento hanno preferito dare priorità allo studio e ottenere quel traguardo tanto sperato dai loro genitori.
Elia e il suo salone di successo
Elia aveva solo 21 anni e lavorava come apprendista nel salone dei genitori quando accadde la tragedia. Nonostante la giovane età riuscì a rilevare il salone del padre Luciano e della mamma Silvana a Castel Frentano. Oggi è un professionista affermato e nel 2019 ha ricevuto il premio “Arti e professioni dell’eccellenza italiana Premio Wella ai migliori saloni italiani”, e ha aperto anche un secondo salone. "Sto cercando di finire il loro lavoro, portando a termine il loro progetto che è quello di prendersi cura delle nostre clienti". Neanche la pandemia è riuscita a distruggere il suo sogno. Nonostante le tante difficoltà legate all'emergenza Covid-19 e alle numerose chiusure, Elia è riuscito a portare avanti la sua attività. "Guardandomi indietro mi sembra passata una vita e non solo cinque anni – racconta Elia – il dolore ovviamente rimarrà sempre ma sto andando avanti".
Federica e la battaglia per far riposare vicini i genitori
I genitori di Federica e Fabrizia Di Pietro non riposano più insieme. Da alcuni mesi la salma di Rosa Barbara Nobilio è stata spostata per fare posto alla nonna. I due coniugi non sono più seppelliti insieme e questo, secondo il racconto di Federica, per colpa di una mancata promessa del comune. "A fine gennaio 2017 io e mia sorella ci siamo recate presso gli uffici comunali per acquistare i loculi per i nostri genitori – racconta Federica – ma agli sportelli ci comunicarono che la giunta aveva intenzione di donarli a noi e alla famiglia Di Carlo, dovevamo solo attendere che venissero costruiti nuovi spazi". Le due sorelle perciò seppelliscono i genitori provvisoriamente in una cappella di famiglia. Invece i loculi promessi non sarebbero mai arrivati e quest'estate con la morte della nonna, Federica e Fabrizia si sono trovate costrette a estumulare la madre. Le voci di paese avevano già iniziato a serpeggiare nel 2020: "guardate che quei loculi non ve li danno più" dicevano in molti ma le due sorelle non volevano crederci. Invece a cinque anni da Rigopiano, quando sarebbe stato necessario riceverli per fare posto all'anziana nonna, i loculi non erano disponibili. "Non ho potuto nemmeno vivere il lutto della perdita di una nonna come tutti, adesso pretendo quei loculi che ci sono stati promessi" conclude Federica.