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Le mani della ‘ndrangheta sul Ponte sullo stretto, blitz dei carabinieri: 26 arresti

Smantellate le cosche reggine: si erano già infiltrate nei lavori propedeutici alla realizzazione dell’opera pubblica con atti estorsivi e proprie ditte.
A cura di Antonio Palma
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Una vasta operazione anticrimine è in corso da questa mattina da parte dei militari del Ros dei carabinieri di Reggio Calabria contro diverse cosche della ‘ndrangheta reggina.  L'operazione, scattata al termine di una lunga indagine coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, ha portato all'arresto di 26 persone, tutte ritenute legate in qualche modo all'organizzazione mafiosa. Secondo l'accusa, i fermati in particolare si stavano interessando all'avvio dei lavori per il Ponte sullo stretto e avevano già fatto intimidazioni, chiesto il pizzo  e infiltrato proprie ditte nei lavori propedeutici alla realizzazione dell'opera,

La maggior parte degli arrestati sono capi, reggenti e gregari della cosca capitanata dal boss Domenico Condello, arrestato nel 2012 dopo 20 anni di latitanza, ma non mancano alcuni imprenditori attivi nell'edilizia e già impegnati con le loro ditte nei lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 Salerno Regio Calabria e quelli propedeutici alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina come i sondaggi del terreno.

Secondo quanto scrive nel provvedimento di fermo il pm Giuseppe Lombardo, che insieme al procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho, ha coordinato l'indagine, le ditte infatti erano un vero e proprio strumento per favorire lo svolgimento delle attività delinquenziali della cosca di riferimento. Le imprese oltre a devolvere sistematicamente una parte degli utili alla cosca usava denaro estorto agli altri imprenditori locali nell’attività di impresa.

Nel mirino della Dda otre ai Condello però sono finite anche altre cosche che operano nell'area metropolitana del capoluogo calabrese e l'inchiesta ha permesso di scoprire gli assetti attuali delle associazioni criminali della zona. Per gli arrestati, 23 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, le accuse sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione di armi, favoreggiamento di latitanti e procurata inosservanza della pena. Complessivamente nel registro degli indagati sono finite oltre 40 persone tra cui anche un esponente delle forze dell’ordine

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