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Le mani della mafia sulle elezioni locali: arrestati deputato regionale, sindaco e consiglieri in Sicilia

Secondo la DDa di Catania, i gruppi mafiosi sarebbero riusciti a instaurare intensi rapporti con i vari politici con il fine di poter “penetrare” nella pubblica amministrazione e ottenere appalti pubblici in cambio di sostegno elettorale. Diciannove arresti tra mafiosi e politici.
A cura di Antonio Palma
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Le organizzazioni mafiose si erano infiltrate nelle istituzioni locali siciliane arrivando a controllarne movimenti e uomini con un patto vecchio stile di scambio tra voti e appalti pubblici. È quanto emerge da un’inchiesta del Ros dei carabinieri coordinata dalla Dda della Procura della Repubblica di Catania che oggi ha portato all’arresto di 19 persone tra amministratori locali e boss mafiosi. In manette tra gli altri il deputato regionale Giuseppe Castiglione, il sindaco di Ramacca e alcuni consiglieri comunali.

L’operazione antimafia, denominata Mercurio, ha fatto luce su presunte infiltrazioni mafiose tra le istituzioni da parte della ‘famiglia' Santapaola-Ercolano, ai vertici di Cosa nostra di Catania, e della ‘famiglia' mafiosa di Ramacca. Secondo gli inquirenti, i due clan si erano infiltrati nei vari gruppi politici locali influendo sulle ultime elezioni amministrative di Misterbianco e Ramacca e in quelle Regionali siciliane del 2022.

Secondo le ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Anna Maria Cristaldi, i gruppi mafiosi sarebbero riusciti a instaurare intensi rapporti con i vari politici con il fine di poter “penetrare” nella pubblica amministrazione e ottenere appalti pubblici in cambio di sostegno elettorale. In pratica i politici avrebbero accettato voti controllati dai mafiosi con la promessa di benefici nel settore dei lavori pubblici una volta eletti.

"In questo contesto sarebbe emersa la capacità della famiglia mafiosa di Ramacca di condizionare l'esito delle consultazioni elettorali amministrative per il comune di Ramacca, avvenute l'11 ottobre del 2021, in forza del patto stabilito tra gli affiliati e i candidati” accusa la Procura di Catania. Secondo la Direzione distrettuale antimafia, l'accordo, "avrebbe previsto l'impegno da parte degli affiliati di procurare voti a favore dei politici in cambio dell'affidamento di lavori pubblici a ditte segnalate dalla stessa associazione mafiosa".

I reati contestati a vario titolo agli arrestati sono gravissimi e vanno dall’ associazione di tipo mafioso all’estorsione, dal traffico e spaccio di sostanze stupefacenti  al trasferimento fraudolento di valori allo scambio elettorale politico mafioso. Oltre agli arresti, nelle scorse ore è stato eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di aziende e beni per un valore di 300mila euro.

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