Accade vicino a noi ma abbastanza lontano per potersene disinteressare. Del resto a casa loro è quel posto dove si può tranquillamente morire, strozzarsi, venire scarnificati ma basta che non ci siano gocce di sangue o rumori di urla nel nostro salotto e tutto va bene, tutto può consumarsi in pace, con la pace dell'indifferenza, quella che uccide.
La Turchia di Erdogan ha aperto i rubinetti. Come la Libia anche la Turchia ha dei rubinetti da cui escono uomini, donne, bambini che scivolano nel gorgo della morte e della disperazione. La disperazione oggi ha la faccia dei fascisti e sovranisti che in Grecia prendono a calci fotografi, migranti e perfino poliziotti.
Nel campo di Moria (mai nome poteva essere drammaticamente più azzeccato) dovrebbero starci al massimo tremila persone e oggi ce ne sono 19.800 e vivono in condizioni spaventosi, morsi dalla fame, dal freddo e dalla voglia di morire che fa impennare i suicidi. Qui, da queste parti, si suicidano i bambini.
A Evros, nel nord del Paese, i militari sparano a vista i lacrimogeni contro le donne che con in braccio i neonati provano a scavalcare il confine. li vedi cadere come in un videogioco, come nei videogiochi rimangono storditi e poi provano a rialzarsi finché non si consuma l'ultimo residuo di energia.
A respingere i gommoni non c'è già solo la politica che si mostra fiera del proprio pugno duro ma ci sono addirittura gli abitanti, aiutati dai gruppi di neofascisti, che sono improvvisamente diventati guardiani del loro faro.
Perché accade tutto questo? Perché l'Europa ha subappaltato la ferocia, illudendosi di poterne rimanere pulita, alla Libia e alla Turchia di Erdogan. La Turchia gestisce 3,5milioni di profughi che può usare in qualsiasi momento come arma di ricatto oltre a essere un capitale: finora abbiamo dato sei miliardi di euro alla Turchia per contenere i profughi. Così il Sultano è stato ricoperto d'oro per fare anche la figura dell'uomo forte: un successo doppio per lui e una vergogna doppia per noi.
Le lacrime di Lesbo non sono solo le lacrime dei migranti: le lacrime di Lesbo sono le gocce di un fallimento di un'Europa che vorrebbe ungere i carcerieri con i soldi e che non si rende conto che quelli vorranno sempre più soldi. Sono le lacrime di decide di tenersi in casa un angolo di impudicizia e poi si finge stupito quando ne rimane travolto. Sono le lacrime di un'Europa a cui basta che le cose avvengano abbastanza lontane per non essere costretti a parlarne.