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Le gemelline scomparse nel bosco protette dal loro pitbull: “Margot è rimasta sempre con loro”

Margot, il pitbull della famiglia di Elisabetta e Adele, le due gemelline di 4 anni che la sera del 24 aprile si sono perse in un bosco in Friuli, non ha lasciato mai da sole le due bambine. Quando, nel cuore della notte, i soccorritori hanno finalmente trovato le bimbe il cane era lì, accanto a loro.
A cura di Susanna Picone
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Si è mobilitato tutto il paese, nel buio della notte, in un piccolissimo centro del Friuli, Stella di Tarcento, per cercare Elisabetta e Adele, le due gemelline di quattro anni che si erano allontanate da casa con il cane, il pitbull Margot, e si erano perse nel bosco. Fortunatamente questa storia che arriva da Udine ha avuto un lieto fine dato che le due bimbe, dopo circa sei ore lontane dalla loro mamma e dal loro papà, sono state trovate da alcuni soccorritori. Ma Elisabetta e Adele, come hanno sottolineato subito i soccorritori raccontando il momento in cui le hanno trovate, non erano sole. Con le due bambine c’era ancora il loro cane Margot, che non le ha mai perse di vista. È rimasto accanto a loro, le ha protette e riscaldate. Le due gemelline avevano fame e freddo, ma si erano anche addormentate nel bosco accanto al pitbull che vegliava su di loro. Solo e urla di Alexei, il volontario che le ha trovate, le ha destate. “Siamo qui, siamo qui”, ha urlato una delle bambine.

“Erano accovacciate, con il cane accanto che quando ci ha visto ci è corso incontro per leccarci. Avevano fame e freddo ma non erano agitate”, ha raccontato il giovane. E mentre i soccorritori aspettavano gli altri per portarle a casa, le due gemelline hanno cercato di spiegare cosa era successo. Hanno raccontato che stavano giocando in giardino e hanno aperto il cancello con un bastone. A quel punto Margot è uscita e loro, per riprenderla, l’hanno seguita. Si sono perse nel bosco ma mai sono state abbandonate dal loro pitbull, che ha dimostrato – scontrandosi con tanti luoghi comuni – di essere un cane molto protettivo. Da quel momento, erano le 19 circa di martedì, si è messa in moto una gigantesca macchina delle ricerche. Trecento uomini fra carabinieri, polizia, soccorso alpino, speleologi, Vigili del fuoco, Protezione civile e moltissimi volontari hanno iniziato a cercare le piccole nel bosco. “Non capisci cosa sta succedendo in momenti come questi – ha detto il papà visibilmente scosso -. In testa ti passa in un secondo ogni pensiero: sono cadute? Le hanno rapite? Non sai cosa fare. Ma poi ti giri, nel buio, e vedi che tutto il bosco è illuminato. Sono le torce di tutte le persone che ci hanno aiutato a trovare sane e salve le nostre figlie. A loro va il nostro grazie, di cuore”.

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