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Le facoltà a numero chiuso sono maggioranza, studenti in piazza

In Italia i corsi di laurea con test di ingresso sono sempre di più, gli studenti protestano.
A cura di A. P.
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Si moltiplicano sempre di più in tutta Italia i corsi universitari con barriere all'accesso  e di conseguenza aumenta sempre di più il malcontento tra i giovani studenti che già in molti Atenei sparsi per la Penisola sono scesi in piazza a protestare. Come confermano i dati del Ministero dell'Istruzione riportati da Repubblica, infatti, oggi nel nostro Paese tra i corsi storicamente a numero programmato e i corsi a programmazione locale, ormai quelli dove è necessario sottoporsi ai test di ingresso sono diventati la maggioranza. Ai corsi di laurea come medicina, architettura, veterinaria e le altre professioni sanitarie, nel corso degli anni in effetti si sono affiancati numerosi altri corsi  di laurea con barriere all'acceso e oggi in Italia rappresentano il 55% del totale. Per evitare il dilagare di corsi a numero chiuso gli studenti così hanno deciso di scendere in piazza, e dalla scorsa settimana proteste sono in corso in numerose città, da Roma a Torino passando per Bari dove non sono mancate occupazioni e manifestazioni.

Gli Atenei in effetti stanno privilegiando sempre di più questa forma di accesso all'Università anche perché ormai le nuove leggi in materia di valutazione periodica e accreditamento spingono in questo senso. Un andamento che non piace alle associazioni degli studenti che al contempo lamentano anche un aumento spropositato delle tasse universitarie. In Italia, infatti, sempre più studenti dichiarano di non proseguire i corsi di studio universitari perché le tasse sono troppo alte, mentre sono scarse le misure di sostegno a favore degli studenti disagiati.

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