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Le campane suonano a tutto spiano e a tutte le ore? È un abuso, ecco perché

Ecco come funziona (o meglio, come dovrebbe funzionare) la regolamentazione del suono della campane ecclesiastiche: e se il parroco eccede…
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Siete stufi di essere svegliati la domenica mattina alle 7 dal suono delle campane della chiesa vicino casa vostra? Non ce la fate più ad ascoltare ogni quarto d’ora il Salve Regina o l’Ave Maria di Lourdes a suon di rintocchi? Sappiate che se il parroco vicino casa vostra ha l’abitudine di suonare a tutto spiano e a tutte le ore (ma in genere non sono le campane della chiesa a suonare, ma un disco, che non necessita di uno stipendio come il campanaro…) probabilmente sta compiendo un abuso. Non solo per la legge penale, anche per le regole interne che si è data la Chiesa cattolica.

In genere, in pochi si lamentano nonostante non riescano a farsi la pennichella pomeridiana, nei giorni feriali come festivi, perché, si sa, non è mai una cosa bella “andare contro la Chiesa”. Tuttavia, è la Chiesa stessa che si è data una autoregolamentazione a livello di Conferenza Episcopale Italiana. Peccato, però, che troppi parroci o responsabili di congregazioni religiose, ignorino queste norme.

Nel 2002 il Comitato per gli Enti ed i Beni Ecclesiastici e per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica ha emanato una circolare rivolta a tutti i vescovi italiani e che ha carattere praticamente imperativo. La circolare chiarisce che il suono delle campane è consentito in casi assai limitati: indicare le celebrazioni liturgiche o manifestazioni di preghiera; scandire i momenti più importanti della comunità cristiana, come feste e lutti; richiamare al mattino, a mezzogiorno e a sera il saluto a Maria. E’ necessario che i vescovi, inoltre, stabiliscano gli orari in cui le campane possono essere suonate e le uniche eccezioni ad un uso durante il giorno possono essere quelle di Natale e Pasqua, in cui, normalmente, è accettabile che si suonino anche mezzanotte. I rintocchi devono essere limitati a scandire le ore o, tuttalpiù, le mezz’ore e certamente non si può suonare le campane ogni quarto d’ora (come, invece, spesso avviene). La durata del suono “non deve comunque superare quella tradizionale ed essere ispirata a criteri di moderazione.”

Lo Stato ha delegato sì la regolamentazione del suono delle campane alla Chiesa cattolica, tuttavia, per l’uso non liturgico delle stesse valgono le leggi italiane che contrastano l’inquinamento acustico, come più volte ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione. Il parametro è quello della “normale tollerabilità”. Se questa viene superata, il parroco può anche essere denunciato ai sensi dell’articolo 659 del codice penale, che regola i casi di “esercizio di professione rumorosa”. Ovviamente, poi il parroco rischia di essere anche chiamato a risarcire l’eventuale denunciante in quanto il “din-don” prolungato e al di fuori delle esigenze liturgiche, può addirittura ledere, secondo la giurisprudenza corrente, il diritto alla salute, costituzionalmente garantito.

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