L’azienda taglia il venerdì dalla settimana lavorativa: “Il tempo libero vale più dello stipendio”
"Abbiamo guardato a quello che accade già da molto tempo in Germania. Ma anche, per non andare troppo lontano, in alcune realtà del Veneto. E abbiamo deciso: il tempo libero dei dipendenti è un valore, dobbiamo salvaguardarlo". A parlare è Barbara Sgambaro, amministratrice unica della Real Cable di Vallenoncello (Pordenone), che così motiva la novità dell'azienda (decisa insieme ai dipendenti) che si occupa di cablaggi e cavi elettrici: il venerdì non si lavora oltre le 11 del mattino.
"Il primo passo – spiega Sgambaro al Gazzettino – è stato quello di indire un referendum tra i dipendenti per capire le loro preferenze". La scelta è stata pressoché unanime. Gli operai hanno preferito una riduzione dell'orario di lavoro rispetto ad un aumento dello stipendio, in modo da avere un fine settimana più lungo da dedicare in primis alla famiglia.
La soluzione, quindi, è diventata quella che da noi per molti è "un'eresia" ma che in altre realtà prende il nome di short friday, cioè venerdì corto. "In realtà – spiegano ancora dall'azienda pordenonese – ci sono molti Paesi nei quali soluzioni del genere sono del tutto normali. Ad esempio in Germania, che utilizza un modello al quale ci siamo ispirati".
Per recuperare le ore di lavoro, i turni dal lunedì al giovedì sono stati estesi su nove ore. Gli operai, un'ottantina in tutto, hanno dato il loro assenso, anche a iniziare in anticipo (alle 7) il loro turno di lavoro, che finisce alle 16 (pausa pranzo compresa). Una struttura oraria che permette di introdurre senza grossi contraccolpi il venerdì libero. "Si lavora dalle sette del mattino – spiegano i titolari – alle undici, dopodiché tutti a casa".
Una mossa che si è già rivelata vincente, visto il caro bollette: "Avere più di un giorno, tra venerdì e sabato, con la fabbrica chiusa, ci consentirà un notevole risparmio energetico".