L’avvocato di Shabbar Abbas contro l’Italia: “Troppa pressione sul Pakistan, non hanno prove valide”
L'avvocato difensore di Shabbar Abbas è tornato a sostenere l'infondatezza degli elementi raccolti dalle autorità italiane sulla morte della 18enne Saman avvenuta più di un anno fa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Il legale ha affermato nell'aula di Islamabad che le forze dell'ordine italiane avrebbero raccolto "prove infondate" per "trovare un colpevole" e ha accusato Roma di esercitare "un'eccessiva e ingiustificata pressione sulle autorità pakistane" per ottenere l'espatrio del padre della 18enne uccisa.
A tal proposto, l'avvocato avrebbe anche sottolineato di essere stato contattato da diversi media italiani per essere intervistato sulla vicenda. Secondo il legale, vi sarebbero poi irregolarità anche nella documentazione italiana e mancherebbero alcuni atti in originale al fascicolo. A conclusione del suo intervento, ha chiesto un ulteriore termine per analizzare i file in possesso di Islamabad, insistendo però affinché il giudice decidesse oggi sull'istanza di cauzione.
"Non vi sono i presupposti per la detenzione in carcere" avrebbe detto in aula. I funzionari ministeriali in aula hanno protestato contro la condotta del difensore, facendo presente l'inutilità delle richieste istruttorie del legale di Abbas. Il magistrato ha dunque fissato un'ulteriore udienza nel pomeriggio di domani per procedere all'esame in contraddittorio dei funzionari dei ministri dell'Interno e degli Esteri.
La decisione sulla scarcerazione era già stata fissata per il 2 marzo, ma era poi stata rimandata insieme alla decisione sull'estradizione. Nel frattempo, a processo a Reggio Emilia per l'omicidio ci sono 5 persone, compresi i genitori della ragazza scappati in Pakistan subito dopo la scomparsa. Il padre, Shabbar Abbas, è stato arrestato a metà novembre mentre la madre Nazia risulta ancora latitante.