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Omicidio Giulia Cecchettin

L’avvocato dei Cecchettin dopo il verbale di Turetta: “Conta sia fatta giustizia per la dolce Giulia”

Stefano Tigani, che assiste la famiglia di Giulia Cecchettin, dopo la pubblicazione del verbale di interrogatorio davanti al pm di Filippo Turetta: “Preferisco concentrarmi sul processo che avremo a breve. Conta solo quello per me”.
A cura di Susanna Picone
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Giulia Cecchettin
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Dopo la pubblicazione del verbale di interrogatorio davanti al pm di Filippo Turetta, il giovane responsabile dell’omicidio della 22enne Giulia Cecchettin, interpellato dall’Ansa ha parlato l’avvocato Stefano Tigani, che sin dai giorni della scomparsa e dell’omicidio della giovane di Vigonovo assiste il papà Gino Cecchettin e la sua famiglia.

L’avvocato è intervenuto senza però voler entrare nei dettagli di quanto emerso nelle ultime ore, ovvero senza voler commentare quanto il giovane che andrà a processo per il femminicidio ha detto, dopo il suo arresto in Germania, davanti al pm. "Io preferisco concentrarmi sul processo che avremo a breve – ha detto l’avvocato Tigani – Conta solo quello per me, che sia fatta giustizia per la dolce Giulia. A me quello interessa”. Aggiungendo di non essere interessato agli "scoop", ma solo all’"accertamento della verità".

Il papà di Giulia Cecchettin, Gino, e la sorella Elena.
Il papà di Giulia Cecchettin, Gino, e la sorella Elena.

Dopo la chiusura delle indagini, il pm Paolo Petroni ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio e il gup di Venezia Claudia Maria Ardita ha fissato l'udienza preliminare per Turetta il 15 e 18 luglio prossimi. Salvo sorprese saranno sufficienti alla gup per decidere se rinviare a giudizio, come prevedibile, l'ex fidanzato della giovane vittima.

Le accuse per Turetta, attualmente detenuto in carcere a Verona, sono di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, stalking, sequestro di persona, occultamento di cadavere e porto abusivo di coltelli. Giulia Cecchettin è stata uccisa l'11 novembre scorso da Filippo Turetta, che ha infierito su di lei – è quanto poi emerso dall’autopsia – con 75 coltellate.

Nell’interrogatorio davanti al pm Turetta ha raccontato di averle dato “una decina, dodici, tredici colpi con il coltello”, ma in realtà erano ancora molte di più. “Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia. Era rivolta all'insù verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo. L'ultima coltellata che le ho dato era sull'occhio. Era come se non ci fosse più. L'ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti”, le parole dell’uomo. Nessuna ipotesi di rito alternativo per Turetta, il capo di imputazione lo esclude. Il ventiduenne rischia l’ergastolo.

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