La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano il mondo del lavoro. Decidiamo di pubblicarle non per dare un'immagine romantica del sacrificio, ma per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell'accesso a servizi essenziali. Invitiamo i nostri lettori a scriverci le loro storie cliccando qui.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una persona che per sei mesi ha lavorato in uno studio di consulenza aziendale: un'esperienza da incubo per lei, che l'ha convinta ad andar via poco prima della scadenza del suo contratto. Ci racconta che lavorava tutto il giorno e che il suo capo le chiedeva di essere disponibile, senza alcun pagamento aggiuntivo, anche nel weekend: "Il giorno dopo ho rassegnato le dimissioni e lui mi ha scritto delle parole che mi hanno fatto male e che ogni tanto ci penso ancora: ‘non farai mai carriera', ‘andandotene ti sei bruciata la carriera', ‘non sei pronta per il percorso che dobbiamo fare'".
La lettera a Fanpage.it
Per sei mesi ho lavorato in uno studio di consulenza aziendale. Lavoravo dal lunedì al venerdì 8/9 ore al giorno per la modica cifra di 450 euro mensili. Mi sono beccata insulti, schiaffi morali ma sono sempre stata zitta e ho sopportato perché avevo davvero la voglia di lavorare e non riuscivo a trovare altro lavoro.
Il mio capo si arrabbiava molto perché non facevo gli straordinari fino alle 19 di sera ma nel mio contratto non era previsto il pagamento maggiorato per gli straordinari per cui avrei dovuto lavorare di più totalmente gratis (cosa che comunque facevo già in pausa pranzo).
Spesso mi proponeva di andare via con lui per dei seminari nel weekend (che avrei dovuto pagare io): io rifiutavo e lui puntualmente mi faceva dei discorsi in cui diceva di essere deluso da me per il fatto che non partivo con lui. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata 2 settimane prima della scadenza del contratto.
Mi ha informato che avrei dovuto preparare una lezione completa per un seminario che avrebbe tenuto lui stesso, che sarei dovuta andare con lui una sera in qualche città italiana e restare lì fino alle 23 per raccogliere le adesioni. Da lì ho capito quanto lui mi volesse davvero sfruttare.
Il giorno dopo ho rassegnato le dimissioni e lui mi ha scritto delle parole che mi hanno fatto male e che ogni tanto ci penso ancora: “non farai mai carriera” “andandotene ti sei bruciata la carriera” “non sei pronta per il percorso che dobbiamo fare”. Sono stati 6 mesi terribili, in cui ho pianto, ho sofferto di ansia e ancora oggi dopo mesi ho gli incubi.