Lavoratrici Mc Donald’s in presidio a Napoli, otto marzo di tensioni
In piazza a Napoli, Otto marzo da licenziate. Otto marzo di fronte al posto nel quale lavoravano ogni giorno. Ma questa volta non possono entrarci. C'è un cordone della polizia in assetto antisommossa, schierato davanti al McDonald's di Napoli. Le donne licenziate dalla Napoli Futura, l'azienda che gestisce sei ristoranti della multinazionale McDonald's a Napoli e provincia, sono in presidio con Cgil, Cisl, Uil, con altri dipendenti e licenziati, con gli studenti e il collettivo di precari Clash City Workers per protestare contro i 33 licenziamenti disposti dalla società per ragioni economiche e per manifestare solidarietà ad Alessandra Vitangelo, la rappresentante sindacale licenziata in tronco per un ammanco in cassa di 16 euro.
Un cospicuo gruppo di persone, oltre cento, affolla l'ingresso del ristorante, ma non per pranzarci: per entrarci e consegnare volantini. C'è Alessandra, la sindacalista licenziata dopo un intenso periodo di proteste. C'è Elsa, mandata via dopo 17 anni di lavoro in quel ristorante, separata e con due figli a carico, dei quali uno disabile. C'è Francesca, sposata e con un figlio di 18 mesi, suo marito è un lavoratore precario. C'è Nunzia, anche lei licenziata dopo 16 anni di lavoro e tre figli a carico. E ci sono anche tanti altri dipendenti ed ormai ex dipendenti. Per loro e per gli altri, però, iniziano le cariche della polizia, gli spintoni. Nella mischia volano anche schiaffi.
"Volevamo solo entrare per dare qualche volantino ai dipendenti che erano dentro – spiega una delle manifestanti – C'erano anche i dirigenti a preparare i panini visto che i licenziati e i dipendenti erano a protestare". Sul volantino, il titolo recita così: "Altro che mimose e cioccolatini: questo 8 marzo le lavoratrici di McD0nald's hanno avuto licenziamenti e sfruttamento!". E poi i cartelli: "La mobilità hai voluto perché la dignità non ti abbiamo venduto", "Vuoi difendere i diritti dei lavoratori? Vieni licenziato…Succede solo da McDonald's".
La società Napoli Futura, proprietaria di sei fast food tra la città e la provincia, sostiene di aver aperto la procedura di mobilità per ragioni legate alla crisi economica. Inutili i tentativi di trattativa intavolati con la Regione Campania. L'azienda minaccia, nei prossimi giorni, altri licenziamenti.