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L'omicidio di Francesca Deidda

L’autopsia conferma che Francesca Deidda è stata uccisa: la versione del marito e gli indizi contro di lui

I risultati dell’autopsia su Francesca Deidda: non ha provato a difendersi, probabilmente dormiva sul divano di casa sua quando il suo assassino l’ha uccisa. Il marito Igor Sollai, dal carcere, continua a dirsi innocente. Cosa sappiamo del caso.
A cura di Margherita Carlini
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Uccisa con un unico colpo in fronte, probabilmente mentre si era assopita sul divano della abitazione a San Sperate dove viveva con suo marito Igor Sollai. Sembra possa essere stata uccisa così Francesca Deidda, da quelle che sono le prime risultanze della autopsia.

Di Francesca si erano perse le tracce il 10 maggio dopo che la donna era rientrata a casa dal lavoro intorno alle 20.00 e da quel momento era sparita nel nulla. A dare l’allarme erano state le sue colleghe di lavoro, che avevano ricevuto una strana e-mail di licenziamento pur non credendo all’ipotesi di un allontanamento volontario e poi il fratello Andrea che a venti giorni dalla scomparsa aveva deciso di sporgere denuncia.

Fino a quel momento il telefono di Francesca era rimasto attivo e la donna sembrava rispondere ai messaggi di chi la cercava utilizzando però una semantica inusuale ed evitando qualsiasi altro genere di contatto. L’unico a non mostrarsi preoccupato per quella scomparsa era suo marito Igor Sollai che aveva sostenuto, nel corso di un’intervista televisiva, che Francesca “teoricamente” non risultava scomparsa ma semplicemente, dal 31 maggio, non rispondeva più al telefono.

La sua ipotesi era quella di un allontanamento volontario della moglie a fronte di un periodo difficile tra loro e di un momento di pausa che Francesca si sarebbe voluta prendere. Probabilmente, secondo Sollai, in quell’allontanamento sarebbero state coinvolte terze persone.

Francesca Deidda e Igor Sollai
Francesca Deidda e Igor Sollai

L’uomo aveva riferito che quel 10 maggio Francesca gli avrebbe chiesto di essere accompagnata tra Sinnai e San Vito, a circa un’ora e mezza dalla loro abitazione, lungo una statale dove lui l’avrebbe lasciata in una piazzola di sosta. Durante quel viaggio Francesca si sarebbe sdraiata sul sedile posteriore perché aveva un forte dolore a un tallone, mentre i suoi effetti personali sarebbero stati riposti nel bagagliaio.

Ascoltato il 31 maggio, dopo la denuncia presentata dal fratello di Francesca, Sollai avrebbe cambiato versione, sostenendo di aver visto, sempre il 10 maggio, Francesca che si allontanava da casa loro per farvi ritorno dopo qualche giorno, parcheggiare la propria automobile ed allontanarsi di nuovo, lascia intendere, con altre persone.

L’automobile in uso a Francesca, una Yaris intestata a Sollai era stata messa in vendita dall’uomo, in un gruppo di Whatsapp, a pochi giorni dalla scomparsa della moglie e al nuovo acquirente era stato raccomandato di effettuare una approfondita pulitura soprattutto nelle parti posteriori. Sollai aveva messo in vendita anche il divano, successivamente sequestrato dagli inquirenti e sul quale sarebbero state rinvenute tracce biologiche, come nella Yaris.

A luglio, nei pressi del luogo dove Sollai aveva riferito di aver lasciato Francesca il 10 maggio scorso, sono stati rinvenuti oggetti personali della donna, tra i quali un beauty e il bite dentale che la stessa indossava quando dormiva. Il 18 luglio invece, grazie all’aiuto dei cani molecolari è stato possibile recuperare i resti di Francesca, nascosti in un borsone.

L’autopsia effettuata sui quei resti ha potuto stabilire, al momento, che Francesca sia stata uccisa da un unico colpo infertole tra la fronte e la parte destra del cranio. Ulteriori esami, anche attraverso l’intervento di antropologi forensi, saranno effettuati per cercare di stabilire la dinamica omicidiaria, la data della morte e di individuare il tipo di arma utilizzata.

Al momento, a fronte di quanto emerso, è possibile ipotizzare che la sera del 10 maggio, dopo essere rientrata a casa dal lavoro, Francesca abbia trascorso una serata come tante altre, si sia sdraiata sul divano e lì si sia addormentata. In quella posizione, distesa con la testa appoggiata sul bracciolo del divano, il suo assassino l’avrebbe colpita a morte, forse utilizzando un attrezzo da palestra che non è stato rinvenuto nell’abitazione.

È molto probabile, come abbiamo detto, che Francesca fosse rannicchiata su un lato, posizione in cui il suo corpo è stato rinvenuto nel borsone, mentre dormiva, quando è stata colpita da un colpo secco, fortissimo che non le ha consentito nemmeno di difendersi, come emerso dalla autopsia. A quel punto il suo corpo potrebbe essere stato occultato nel borsone già all’interno dell’abitazione, forse anche per consentire al suo assassino di trasportarlo più facilmente.

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Al momento un’ipotesi investigativa supporrebbe che Sollai, che è accusato di omicidio aggravato ed occultamento di cadavere, abbia gettato il borsone contenente il corpo di sua moglie dalla finestra, per evitare di trasportarlo per le scale e di incontrare qualche testimone. A quel punto avrebbe caricato il borsone nel sedile posteriore della Yaris, per spostarlo dalla scena del crimine primaria, dove è stato commesso l’omicidio, a quella terziaria, dove cioè il corpo è stato ritrovato.

Nello stesso luogo dove Sollai avrebbe riferito di aver lasciato Francesca quel 10 maggio e nel quale avrebbe poi gettato anche gli oggetti personali della donna, probabilmente per avvalorare l’ipotesi di un allontanamento volontario.

Un quadro accusatorio pesante quello che ha portato al suo arresto, sebbene l’uomo continui a dirsi estraneo ai fatti e a sostenere la sua versione. Saranno dirimenti pertanto, per la ricostruzione dei fatti, i risultati degli accertamenti sui resti del corpo di Francesca anche per accertare quando Francesca sia stata uccisa, il luogo in cui l’omicidio è stato compiuto e l’esatta dinamica.

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Sono Psicologa Clinica, Psicoterapeuta e Criminologa Forense. Esperta di Psicologia Giuridica, Investigativa e Criminale. Esperta in violenza di genere, valutazione del rischio di recidiva e di escalation dei comportamenti maltrattanti e persecutori e di strutturazione di piani di protezione. Formatrice a livello nazionale.
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