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Omicidio Giulia Cecchettin

L’auto di Turetta sotto la lente dei Ris: perché è così importante per chiarire il femminicidio di Giulia

Continuano le indagini sull’omicidio di Giulia Cecchettin: la Fiat Punto nera di Filippo Turetta, l’auto della fuga dopo il delitto, è arrivata in Italia dopo settimane in Germania. L’auto è ora a disposizione degli investigatori italiani, per cercare le risposte che ancora mancano.
A cura di Susanna Picone
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La Fiat Punto di Filippo Turetta, ovvero l’auto che per giorni tutti hanno segnalato e cercato nella speranza di ritrovare Giulia Cecchettin, nella serata di venerdì 15 dicembre è arrivata dalla Germania – dove Turetta è stato fermato dopo il ritrovamento del corpo della ex fidanzata nei pressi del lago di Barcis – a Parma, per finire sotto la lente dei Ris.

Turetta, attualmente in carcere a Verona con l’accusa di aver ucciso Giulia Cecchettin, aveva utilizzato la Punto nera per sequestrare la ragazza l’11 novembre scorso, dopo una serata trascorsa insieme al centro commerciale. Le analisi sull’auto sono molto importanti per chiarire dei dettagli del femminicidio di Giulia.

La Fiat Punto di Filippo Turetta in Italia dalla Germania

La Fiat Punto è arrivata in Italia quasi un mese dopo il sequestro in Germania – il giovane reo confesso era stato fermato il 19 novembre su un'autostrada vicino Lipsia – e solo adesso è a disposizione degli investigatori italiani, che porteranno avanti le indagini con la tecnica del "bloodstain pattern analysis". Analizzeranno quindi la direzione del sangue. Una tecnica che fu utilizzata anche per il caso di Samuele Lorenzi, il bimbo ucciso nella villetta di Cogne per il cui omicidio è stata condannata la madre Annamaria Franzoni.

Cosa cercheranno i Ris di Parma nell'auto di Turetta

Un'immagine dell'auto di Filippo Turetta durate la fuga
Un'immagine dell'auto di Filippo Turetta durate la fuga

I Ris di Parma cercheranno nell’abitacolo e nel bagagliaio dell’auto per trovare le tracce biologiche – sangue, saliva, formazioni pilifere – dalle quali avere risposte importanti. Si dovrà capire se Giulia Cecchettin è stata accoltellata mortalmente nell’auto oppure se Turetta ne abbia caricato il corpo sul sedile posteriore quando la 22enne era già morente. Si cercheranno anche eventuali elementi sul lato esterno dell'auto, ad esempio le impronte, come ha spiegato il generale ex Ris Luciano Garofano.

Le fasi del femminicidio di Giulia Cecchettin

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Filippo Turetta, lo ricordiamo, ha sequestrato la ex Giulia Cecchettin la sera dell’11 novembre scorso: quella sera una persona di Vigonovo ha visto i due ragazzi discutere nei pressi della casa della vittima, poi un video ha ripreso l’aggressione di Turetta nella zona industriale di Fossò.

Qui Giulia è stata accoltellata e sbattuta a terra. Poi è stata caricata in auto. Solo il 18 novembre il suo corpo senza vita è stato trovato in provincia di Pordenone, sul lago di Barcis. Il giorno dopo, Turetta è stato trovato in Germania, dove era arrivato con la sua auto.

Perché l'auto è importante per l'inchiesta

L'analisi dell’auto sarà un passaggio cruciale dell'inchiesta della Procura di Venezia che indaga sul femminicidio di Giulia Cecchettin. Tocca adesso alla Procura stabilire che tipo di analisi disporre: si tratterà di accertamenti irripetibili, per l'avvio dei quali dovranno essere avvisate formalmente le parti, per la nomina di loro consulenti.

I  tempi – considerato anche il periodo delle feste di Natale – potrebbero dilatarsi e non escluso che l'inizio degli accertamenti possa iniziare anche dopo Natale.

Verranno esaminati anche i reperti trovati all’interno dell’auto, tra cui un coltello repertato dalla polizia tedesca, dei sacchi neri, il cellulare e del nastro adesivo.

Filippo Turetta è accusato di sequestro di persona, omicidio aggravato dal vincolo affettivo e occultamento di cadavere. Gli inquirenti valuteranno anche elementi che possano provare l’aggravante della premeditazione del delitto.

Quando è stato arrestato in Germania, Turetta non ha opposto resistenza e ha subito ammesso l’omicidio. Delitto che poi ha confermato anche durante gli interrogatori in Italia.

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