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Matteo Messina Denaro

“Laura Bonafede organica a Cosa Nostra”: le motivazioni della condanna per la maestra amante di Messina Denaro

Laura Bonafede sarebbe stata “organica a Cosa Nostra” e non solo l’amante di Matteo Messina Denaro, il boss arrestato nel 2023 dopo una latitanza di 30 anni. Questo è quanto si legge nelle motivazioni della condanna a 11 anni e 4 mesi per associazione mafiosa decretata per la maestra di Campobello di Mazara.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro due giorni prima dell'arresto
Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro due giorni prima dell'arresto
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Secondo il gup di Palermo, non è possibile che Matteo Messina Denaro, latitante per 30 anni poi arrestato il 16 gennaio 2023 a Palermo, abbia condiviso importanti segreti di Cosa Nostra, come i suoi spostamenti o la sua collocazione, con una persona che non fosse organica all'organizzazione mafiosa solo perché a lui legata sentimentalmente. Pertanto, la maestra Laura Bonafede viene definita "parte di Cosa Nostra" e condannata a 11 anni e 4 mesi per associazione mafiosa. 

Bonafede, maestra di Campobello di Mazara figlia del boss del paese, per anni è stata sentimentalmente legata a Messina Denaro deceduto il 25 settembre 2023. I due avrebbero avuto contatti fino a pochi giorni prima dell'arresto. Per il giudice è evidente che le condotte della donna non fossero "circoscritte e rivolte al singolo" ma che abbiano "dato un contributo altamente qualificato ed essenziale all'associazione mafiosa Cosa nostra in sé".

"Il contributo di Bonafede – si legge nelle motivazioni della sentenza – non può in alcun modo rientrare nel novero del favoreggiamento personale, sia pure con l'aggravante mafiosa. Trascende il mero rapporto personale con Messina Denaro e le condotte della maestra sono più coerentemente riconducibili a un apporto di carattere sistematico sorretto dalla piena consapevolezza del ruolo apicale rivestito dal boss nell'organizzazione mafiosa e della sua condizione di latitanza".

A processo c'è ora Martina Gentile con l'accusa di favoreggiamento. Per lei la sentenza è attesa per marzo. La giovane è stata cresciuta come una figlia dal capomafia. La donna ricopriva il ruolo di "postina" di Messina Denaro, conservandone i pizzini e nascondendoli spesso nel passeggino della figlia. Nel frattempo, la madre di Gentile, rassicurava l'amante, dicendogli che la nipote lo avrebbe conosciuto "tramite i suoi racconti" e quelli della figlia Martina (il cui nome in codice era Tany n.d.r). "Sei stato troppo importante per noi".

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