L’assassino di Alika chiede scusa alla famiglia, il legale: “Non si capacita per quanto accaduto”
"Chiedo scusa alla famiglia della vittima". Sarebbero queste le parole, affidate ai suoi legali, di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l'uomo arrestato per aver ucciso ieri a Civitanova Marche Alika Ogorchukwu, ambulante nigeriano di 39 anni.
"È veramente addolorato per quello che è successo, non se ne capacita", ha detto l'avvocato Roberta Bizzarri, la quale ha precisato che il motivo scatenante l'ira del suo assistito "è lo strattonamento della vittima nei confronti della compagna di Ferlazzo. L'ha presa per un braccio e l'ha tenuta. Lui ha reagito, nella sua testa voleva fargli capire che non ci si comporta così. Certamente chiederemo una perizia psichiatrica".
Come hanno ricostruito gli inquirenti nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina alla presenza del dirigente della Squadra Mobile di Macerata Matteo Luconi e di quello del commissariato di Ps di Civitanova Marche Fabio Mazza, Alika è stato seguito dall'aggressore, che poi lo ha colpito prima con la stampella, appartenente al 39enne, claudicante dopo un incidente stradale, facendolo cadere a terra e "poi a mani nude fino alla morte".
Alika, stando alle testimonianze raccolte dalla polizia, avrebbe chiesto all'uomo, che era in compagnia della fidanzata, dei soldi. In quel momento non ci sono stati né contatti fisici né battute nei confronti della donna. E nessuna matrice razziale, ma si tratterebbe di una lite scoppiata per futili motivi.
Intanto, oggi sempre a Civitanova Marche si è tenuta una manifestazione della comunità nigeriana, con la partecipazione della moglie di Alika, Charity Oriachi. I manifestanti hanno bloccato un angolo della strada che conduce alla piazza. Molti sono arrabbiati per la mancanza di reazione da parte dei cittadini, che non sono intervenuti per dividere Filippo Ferlazzo, limitandosi a riprendere la scena con i telefonini. Qualcuno ha gridato anche insulti contro gli italiani suscitando le proteste di alcuni commercianti.