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Lasciò la fidanzata poco prima delle nozze: deve risarcire le spese

Il futuro sposo dovrà risarcire con oltre 16mila euro la sua ex per le spese da lei sostenute relative all’acquisto dell’abito da sposa, la ristrutturazione della casa e l’acquisto degli arredi. Lo ha deciso la Cassazione.
A cura di Susanna Picone
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Un matrimonio mandato a monte poco tempo prima del fatidico sì può costare caro. Ora lo sa bene un uomo, Lorenzo L., che aveva deciso di annullare le nozze dopo 11 anni di fidanzamento con quella che doveva essere la sua futura sposa e dopo aver fatto già le pubblicazioni. Per aver annullato il matrimonio l’uomo deve risarcire le spese sostenute dalla mancata sposa. Così ha deciso la Corte di Cassazione che ha confermato la condanna allo sposo che deve dunque pagare oltre 16euro di risarcimento alla sua ex. Il promesso sposo aveva mollato la donna a una settimana dalle nozze con la scusa di avere un’amante. Un comportamento ritenuto scorretto e non giustificato. Il Tribunale di Prato aveva rigettato l'istanza di risarcimento presentata dalla donna, ma la Corte d'appello di Firenze aveva ribaltato il verdetto emesso in primo grado. La Suprema Corte ha condiviso la decisione dei giudici fiorentini e ha dunque stabilito che l’uomo deve risarcire le spese sostenute da lei relative all’acquisto dell’abito da sposa, l’acquisto degli arredi e la ristrutturazione della casa di lui, dove avrebbero dovuto vivere da marito e moglie.

Condannato a pagare anche le spese del giudizio della Cassazione – I giudici della Cassazione hanno ritenuto “congrua e scevra da vizi logico giuridici” la sentenza di appello che “ha esaminato compiutamente tutte le testimonianze ritenendole non sufficienti a provare la sussistenza di un giustificato motivo di Lorenzo al non ottemperamento della promessa di matrimonio”. Invano, l’uomo ha protestato in Cassazione anche per quanto riguarda la quantificazione delle spese, liquidate a suo dire in misura eccessiva in quanto comprendevano non solo quelle contratte “per la celebrazione del matrimonio ma anche per ogni tipo di obbligazione relativa alla futura vita coniugale”. La Cassazione ha deciso che “non possono non essere considerate risarcibili tutte quelle spese (giustificate e finalizzate) che si sostengono in vista del matrimonio” e in questo caso sono state appunto ritenute “risarcibili le spese provate da Patrizia e relative sia all'abito da sposa, sia agli arredi e sia ai lavori di ristrutturazione effettuati nella casa del futuro sposo, scelta quale casa coniugale”. L’uomo è stato condannato anche a pagare 5.200 euro per le spese del giudizio di Cassazione.

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