Il 18,8% degli studenti italiani lascia gli studi prima dei 16 anni
Un’inchiesta curata dal quotidiano Repubblica mostra un dato allarmante: ogni anno, 100mila ragazzi al di sotto dei 16 anni abbandonano la scuola. Il fenomeno della dispersione scolastica colpisce ogni zona d’Italia, ma, in particolar modo, tutto il Sud, con picco a Napoli. Secondo un rapporto Istat del 2010, il 18.8% degli studenti abbandona gli studi, ma nella statistica sono contemplate solo le scuole superiori: il dato potrebbe crescere notevolmente se si pensa anche agli istituti professionali gestiti dalle Regioni. La legge prevede l’obbligo scolastico fino ai 16 anni, e il dato Istat fa riferimento agli abbandoni che avvengono nei primi due anni delle superiori, per cui sono quasi 100mila gli studenti a lasciare gli studi ogni anno. Sono stati definiti “studenti fantasma” perché lasciano la scuola in età adolescenziale e spesso non sono seguiti adeguatamente dai genitori. Il picco riguarda le regioni del Sud Italia, impressionanti i dati raccolti a tal riguardo a Napoli.
Scuola dell'obbligo ‘evasa' a Napoli – Se quasi il 20% degli studenti non riesce a superare l’obbligo scolastico, sarebbe naturale seguire il regolare iter previsto in questi casi. Secondo le leggi vigenti, per ogni alunno in fuga, la scuola deve convocare a colloquio i genitori, per parlare dell’andamento e delle ragioni dell'abbandono. I genitori devono sapere, infatti, che, acconsentendo alla ‘latitanza’ del loro ragazzo, stanno commettendo un vero e proprio reato. Qualora la convocazione non sortisca alcun effetto, allora parte la segnalazione ai servizi sociali del Comune, che tenta il recupero dello studente. Se, anche in questo caso, non vi siano ragioni, allora scatta una denuncia al Tribunale dei minori. Vi sono casi in cui seguire il percorso appena tracciato potrebbe rivelarsi semplice, come a Belluno, dove le segnalazioni arrivate non superano quota 27. A Reggio Calabria il 38% dei ragazzi al di sotto dei 16 anni ha abbandonato la scuola, e a Napoli il numero sale, addirittura, a 60mila. Genitori e professori sono impegnati in lotte dalla portata immensa, perché il fenomeno va affiancato anche ad una serie di statistiche che nel capoluogo campano sono drammaticamente note: su tutte, la mancanza di lavoro.