Lascia il marito, lui si suicida. Un anno dopo scompare anche lei: “Uccisa per vendetta”
Laureana di Borrello è un comune di circa cinquemila anime a poco meno di un'ora da Reggio Calabria. La maggior parte degli imprenditori a Laureana ha investito sull'agricoltura, il paese, infatti è famoso per le coltivazioni di agrumi e olive. Qui, il 6 maggio 2016, a pochi giorni dalla festa di San Pasquale Baylon, è scomparsa Maria Chindamo, 44enne madre di tre bambini. In paese, dove la presenza della ‘ndrangheta è opprime da decenni commercianti e imprenditori, si teme la lupara bianca. Dell'ex commercialista, infatti, è stata trovata solo l'auto, una Dacia Duster bianca, ritrovata sporca di sangue, con dentro la borsa e le chiavi di Maria, parcheggiata davanti a uno dei terreni di sua proprietà.
La scomparsa
Il 6 maggio Maria è uscita di casa intorno alle 7 diretta verso Limbadi (Vibo Valentia), per incontrare Alessandro Dimitrov, un agricoltore che lavorava nei terreni di proprietà della Chindamo. L'uomo l'attende fino alle 7 e 26, poi, allarmato dalla presenza dell'auto di Maria con il motore acceso davanti al cancello, avverte il fratello di lei. Appare chiaro che alla donna sia successo qualcosa e la Procura di Vibo Valentia apre un'indagine per sequestro di persona e omicidio. Intanto i carabinieri della compagnia di Tropea e della Stazione di Laureana battono palmo a palmo le campagne dell'agro borrellese, in particolare gli appezzamenti tra Nicotera Marina-Limbadi e la Piana di Rosarno, da dove è scomparsa Maria.
Il movente della vendetta
La prima domanda a cui rispondere è chi avrebbe voluto fare del mare a una lavoratrice, imprenditrice agricola e madre separata di tre figli? I carabinieri rispondono a questo interrogativo con ricerche a tappeto sui terreni dei Punturiero, i parenti di Ferdinando, il marito di Maria morto suicida solo un anno prima della scomparsa della donna, era stata proprio lei a mettere fine al matrimonio. Ferdinando non aveva retto e si era tolto la vita lasciando i tre figli orfani di padre. Maria, allora, aveva deciso di cambiare vita, aveva lasciato il suo lavoro di commercialista e si era messa a lavorare come imprenditrice agricola. A condurre gli inquirenti sulla pista della vendetta è anche un'altra circostanza, l'impressionante coincidenza del giorno della scomparsa di Maria con quello della morte dell'ex marito, suicidatosi esattamente un anno prima. Anche il luogo della scomparsa è lo stesso di quello della morte di Punturiero.
Punita per le sue scelte
Secondo Vincenzo Chindamo, che da un anno segue le indagini sulla sorte della sorella Maria, non bisogna scartare alcuna ipotesi, neanche quella legata alla criminalità organizzata. "Chi sa parli – dice in una intervista al settimanale Giallo – Agli inquirenti chiedo: non escludete la ‘ndrangheta. La mafia punisce". Che Maria sia stata punita per la coraggiosa scelta di indipendenza che aveva fatto mettendo fine al matrimonio e cagionando la sofferenza che contribuì a spingere Ferdinando sul baratro, resta l'ipotesi più credibile. La domanda è una: da chi?