Lascia il lavoro fisso e cambia vita a 45 anni, Alessandra a Fanpage: ”Ora posso girare il mondo“
A 45 anni ha stravolto la propria vita decidendo di rimettersi in gioco. È la scelta di Alessandra Bellettini, 48 anni, originaria di Rimini, che tre anni fa ha detto addio a una stabilità professionale per lanciarsi in una nuova avventura. Così ha deciso di prendere le redini del bar-ristorante il "Caribe" al Lido San Giuliano, lo stesso dove lavora il suo compagno, Marco Tamburini.
Per cogliere questa opportunità, la donna ha abbandonato i suoi due precedenti lavori, che la occupavano a tempo pieno: il primo come responsabile d'ufficio della Camera di commercio della Romagna, il secondo come insegnante di aerobica, step e pilates nella palestra Olimpia a Rimini. In cambio, Alessandra ha deciso di diventare lavoratrice stagionale nella stessa società del compagno, accettando un contratto a tempo determinato per la stagione estiva da aprile a settembre.
Il motivo? L'amore per i viaggi. Una passione che la riminese ha sempre avuto e che ha condiviso anche con il partner come racconta a Fanpage.it.
Quella di lasciare due lavori che ti impegnavano a tempo pieno non dev’essere stata una scelta semplice. Se non si fosse presentata l’opportunità di gestire uno dei due ristoranti al Lido San Giuliano, lo avresti fatto comunque?
Diciamo che la possibilità di avere un ruolo importante all'interno del lido e lavorare con continuità per almeno sei mesi (da aprile a settembre n.d.r.) è stata una variabile fondamentale. Dopo i primi sei mesi avevo capito che ci sarebbe stata la possibilità di continuare anche negli anni successivi. Adesso non ho più un contratto a tempo indeterminato, ma uno "a termine": viene rifatto di anno in anno "ex novo" dalla direzione. Mi ha aiutato molto il fatto di aver già lavorato in un locale sulla spiaggia, in gioventù, come quasi tutti i romagnoli della mia generazione. Quindi questo non era un mondo totalmente nuovo per me.
Hai dei rimpianti? Quali sono i pro e i contro di questa nuova vita?
No, nessuno in particolare. La mia è stata una scelta consapevole e non imposta da circostanze esterne. Tra i vantaggi c'è stata sicuramente l'opportunità di rimettermi in gioco, a 45 anni, e di cambiare vita. Penso sia giusto porsi delle sfide a un certo punto del proprio percorso. Nei miei 20 anni di lavoro alla Camera di Commercio avevo raggiunto tutti miei obiettivi: sono entrata come impiegata e sono diventata responsabile d'ufficio. Adesso ho la possibilità di fare lunghi viaggi insieme mio compagno (nella stagione invernale n.d.r.), una cosa a cui abbiamo sempre aspirato. Tra gli svantaggi ci metto il fatto di non poter più frequentare gli amici in estate come facevo prima. Ma la rinuncia più grande è stata quella di diventare genitori: l'ipotesi di avere un figlio ora è definitivamente archiviata.
In questi tre anni c’è stata la pandemia. Come ha influito questo evento sugli affari e sui progetti che avevate fatto? Siete riusciti a realizzarli tutti comunque?
Nel 2020, dopo il primo lockdown, abbiamo aperto il 2 luglio. Tardissimo per chi fa la stagione estiva. E anche nel 2021 abbiamo aperto dopo Pasqua. Ma nonostante tutto noi siamo fortunati, perché abbiamo la possibilità di lavorare sempre all'aperto, al contrario di molti altri. Durante il Covid ho fatto volontariato nella Caritas, distribuivo pasti ad anziani e senzatetto. Mi ha fatto sentire viva in un momento in cui il virus ci aveva tolto tutto: affetti, vita sociale, sport. Ho chiesto all'associazione di tenere sempre un posto per me in inverno.
La stagione estiva è giunta al termine. Prossime destinazioni di viaggio?
Perù, Bolivia e Galapagos. Abbiamo il volo per Lima il prossimo 2 novembre. In Perù vogliamo vedere quello che rimane della civiltà inca, le Ande, l'amazzonia e le zone desertiche. Insomma ci attrae la vastità del paesaggio. La Bolivia l'abbiamo scelta per visitare il "Salar de Uyuni", e le Galapagos perché io e Marco amiamo entrambi la natura incontaminata e gli animali in libertà: gli zoo andrebbero tutti aboliti. Poi era giusto concludere con una tappa al mare, visto che il giro tra Perù e Bolivia sarà abbastanza impegnativo e durerà circa un mese e mezzo.
Un'esperienza di viaggio inconsueta?
Nel 2004, l'anno dello tsunami nel sudest asiatico, ci trovavamo nella baia di un'isola alle Seychelles, al largo dell'Africa orientale nell'Oceano Indiano. Improvvisamente la marea si è alzata e ha iniziato a inghiottire tutte le nostre cose, tra cui una macchina fotografica. Ci siamo precipitati in acqua per salvare il possibile. L'oceano si era ritirato talmente in fretta che molti pesci erano rimasti a riva, incastrati tra le rocce. Alcuni turisti cinesi hanno iniziato a cucinarli per cena, chiedendoci se volevamo unirci a loro. Un eremita locale, che abitava su quell'isola in una capanna, ci ha detto: "Vivo qui da moltissimi anni e non ho mai visto l'oceano comportarsi in questo modo. Vi consiglio di non tornare in acqua". All'epoca non c'erano gli smartphone ed eravamo ignari di ciò che stava accadendo. Al ritorno i nostri familiari ci hanno accolto con le lacrime agli occhi.