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Matteo Messina Denaro

L’arresto di Matteo Messina Denaro: il blitz fallito nel 2019 e il carabiniere travestito da medico

Prima dell’arresto avvenuto lo scorso 16 gennaio, le forze dell’ordine avevano tentato un altro blitz per la cattura di Matteo Messina Denaro. La soffiata, però, si era rivelata un buco nell’acqua.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Messina Denaro portato via dopo l'arresto
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Più di due anni prima dell'arresto del boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, le forze dell'ordine hanno tentato un altro blitz per la cattura, quello al Neurolesi di Messina. L'operazione si è svolta il 28 novembre del 2019 con un ufficiale del Ros vestito da medico nella struttura sanitaria. Con sé aveva una microcamera nascosta per poter riprendere e verificare l'identità di un paziente di Castelvetrano arrivato per alcune cure nel centro messinese. Il sospetto che si trattasse di Messina Denaro, però, si era rivelato infondato.

Le soffiate sulla malattia del boss latitante sono state diverse nel corso degli anni, ma nessuna aveva mai portato a individuare lo stragista per trarlo in arresto. Gli inquirenti, che controllavano da tempo la sorella del boss, Rosalia detta "Rosetta", ritenevano che il latitante potesse essere all'estero per ricevere le cure del caso. Invece, incredibilmente, Messina Denaro aveva scelto di farsi curare presso la clinica nel centro di Palermo, seppure con un'altra identità.

A svelare il trucco, il repentino cambio di atteggiamento di Rosalia Messina Denaro, tratta in arresto pochi giorni fa con l'accusa di aver consentito al fratello di continuare la latitanza, gestito le casse di Cosa Nostra e consentito le comunicazioni tra affiliati. Le forze dell'ordine, infatti, hanno notato una crescente agitazione dal mese di maggio 2022, quando il tumore di Messina Denaro è ricomparso dopo un primo intervento al fegato nel 2021. Nel mese di dicembre, gli inquirenti hanno trovato il pizzino che raccontava l'intera storia clinica del boss: il biglietto, così come tanti altri, era nascosto nella gamba cava di una sedia in casa di Rosetta.

Rosalia Messina Denaro.
Rosalia Messina Denaro.

Dopo averlo fotografato, lo hanno studiato con attenzione, consultando medici specialisti lontano dalla Sicilia. Sono stati loro a rivelare l'esistenza dello Sdo, una banca dati dove sono annotati gli ingressi e le uscite di tutti i pazienti italiani dagli ospedali. A quel punto, i Ros hanno effettuato l'accesso al sistema, scommettendo fin da subito sulla banca dati dei ricoveri in Sicilia. Dopo aver inserito le informazioni del pizzino trovato in casa di Rosalia, sono riusciti a restringere il cerchio su 40 pazienti.

Tra questi, anche il famoso Andrea Bonafede di Campobello di Mazara, nei pressi di Castelvetrano. Conoscendo le origini di Messina Denaro, le forze dell'ordine si sono concentrate sul paesino e hanno visionato le immagini delle telecamere piazzate nelle strade del centro del Trapanese. Nel corso delle ricerche, hanno notato il vero Andrea Bonafede a spasso con il cane proprio nella data in cui, secondo la banca dati ospedaliera e il pizzino "clinico", avrebbe dovuto essere sotto i ferri presso la clinica La Maddalena.

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Da quel momento, gli inquirenti hanno avuto la certezza che qualcuno stesse usando l'identità di Bonafede, ma sono risaliti a Messina Denaro solo pochi giorni prima del fermo, quando il boss si è sottoposto a una visita oculistica usando la sua finta identità. Dalla cartella clinica risultava lo strabismo all'occhio sinistro che Andrea Bonafede non aveva e che l'ex latitante, invece, aveva sempre avuto fin dalla gioventù.

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