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L’appello di Marta, 27 anni, al Governo: “Ve la prendete coi più deboli. Per me solo contratti di lavoro precari”

La lettera di Marta, una 27enne calabrese: “Non riesco ad immaginare un futuro stabile, vorrei solo che questo Governo comprenda che la soluzione non è prendersela con chi è in difficoltà, ma aiutare concretamente tutte le famiglie per consentire loro di arrivare serenamente alla fine del mese”.
A cura di Redazione
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Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di Marta (nome di fantasia), una giovane calabrese di 27 anni che racconta la sua vita da precaria, tra contratti di "un giorno, due giorni, al massimo un mese" e salari da fame. "Vorrei solo che questo Governo comprenda che la soluzione non è prendersela con chi è in difficoltà". Ecco la sua lettera.

"Ho 27 anni e vivo a Verbania, in Piemonte, ma sono originaria della Calabria.

Come molti giovani mi sono trasferita a Milano per motivi di studio e lavoro, nel 2022 difatti ho conseguito la Laurea triennale in Comunicazione, media e pubblicità presso l’Università IULM e due anni prima (nel 2019) ho conseguito un Master in Digital Marketing, in quanto desideravo accrescere il mio bagaglio culturale.

Durante il percorso accademico ho maturato diverse esperienze lavorative a stretto contatto con il pubblico, ricoprendo diversi ruoli, in particolar modo come Addetta Vendita in negozio, Consulente Fragranze in una nota profumeria, Hostess presso eventi e fiere, Promoter per diverse aziende e Operatrice Telemarketing in un'agenzia. Nel tempo libero ho dedicato il mio tempo anche nel volontariato, collaborando con diverse associazioni Onlus.

Nonostante le diverse esperienze maturate, ho sempre lavorato con contratti a chiamata di un giorno e/o due giorni, massimo un mese e questo non mi ha consentito di costruire una vera e propria carriera, di maturare anni di esperienza in un determinato ruolo. Inoltre, pur di fare esperienza lavorativa ho accettato di essere sottopagata in molti lavori e oggi, con il costo della vita che è notevolmente aumentato, faccio fatica ad arrivare alla fine del mese.

Dopo tanti anni vissuti a Milano mi sono trasferita nella città dove sono nata, Reggio di Calabria e poi successivamente a Verbania, in Piemonte, dove vive anche mia madre che insegna in una scuola. Purtroppo anche in queste due città ho difficoltà a trovare un impiego con un contratto stabile. Così mi sono rivolta al Centro per l'impiego, senza la certezza di trovare effettivamente un impiego. Difatti mi hanno presa in carico ma non ho ottenuto nessun colloquio con i potenziali datori di lavoro.

Attualmente sto cercando lavoro in molti settori, purché possa lavorare con un contratto in regola e non con contratti precari. Ogni giorno mi candido alle offerte di lavoro in linea con le mie competenze e mi presento personalmente consegnando il CV cartaceo. Sono riuscita a ottenere qualche colloquio, purtroppo anche in questo caso la selezione non va avanti e ritorno al punto di partenza.

Ad oggi non riesco ad immaginare un futuro stabile, vorrei solo che questo Governo comprenda che la soluzione non è prendersela con chi è in difficoltà, ma al contrario deve aiutare concretamente tutte le famiglie per consentire loro di arrivare serenamente alla fine del mese, aumentando i salari e rinnovando i contratti in modo da contrastare la precarietà di molti noi giovani e non solo".

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