“È passato poco più di un anno, eppure mi sembra un'eternità da quando non vedo e non sento mio figlio. Quel 27 ottobre 2017 l’ho stretto fra le mie braccia per l’ultima volta, eppure tutte le sere aspetto che mi dica se sta bene, perché ancora non lo so…”. A parlare è Giovanna Carboni, abita a Cerreto Guidi, in provincia di Firenze. Giovanna ha perso suo figlio Mauro Cordeschi in un terribile incidente stradale a Fucecchio (FI): aveva compiuto 28 anni proprio quella sera.
“Alla morte di Mauro – racconta mamma Giovanna – abbiamo deciso di donare i suoi organi per concedere una seconda possibilità a chi stava soffrendo. Nei giorni della tragedia ho conosciuto per puro caso, all'ospedale di Careggi, una donna di nome Anna: ci siamo messe a parlare e ho scoperto che aveva ricevuto proprio un suo rene, così ho deciso di cercare anche le altre persone che hanno avuto in dono gli organi di mio figlio.”
Giovanna vuole incontrare chi Mauro ha salvato. Non le importa quanto tempo ci impiegherà: vuole farlo per lui e anche per se stessa, perché non le basta più vedere suo figlio in foto ma vorrebbe poterlo vivere ancora in qualche modo.
“Cerco sempre di tenere vivo il suo ricordo. Un anno fa, dopo aver incontrato il suo cantante preferito Noyz Narcos a Firenze insieme a mia figlia Simona e agli amici di sempre, siamo stati al concerto del rapper dove è stato ricordato il suo nome davanti a centinaia di persone. Nel nostro Comune, la scorsa estate, abbiamo anche organizzato un memorial dove è stata inaugurata una panchina con una targa in suo ricordo.”
Ma la forza di Giovanna non si è fermata qui. Insieme ad altre “mamme coraggio” come Stefania, che ha perso Filippo nel terremoto di Amatrice, o a Paola che lotta per la sua Michela vittima di femminicidio, fa parte di un libro contenente lettere rivolte ai loro figli scomparsi: “Lettere senza confini”.
“L’amore per un figlio supera tutto, anche se quel figlio non c’è più. Nella mia lettera inclusa nel libro ho confessato a Mauro, insieme ad altre cose taciute, quanto per me fosse anche un amico. Era un ragazzo che dava tutto di se stesso, i suoi amici non smettono mai di dircelo. Per questo vorrei conoscere le persone alle quali Mauro ha donato respiro e nuovi battiti di cuore.”
Una storia che racconta come il dolore più grande si possa trasformare in speranza, in pezzi nuovi di vita nuova. È questo il senso del lavoro che queste e tante altre meravigliose donne hanno realizzato grazie anche all’idea di Gaia Simonetti, giornalista fiorentina che ha curato la pubblicazione, al motto di “La speranza lascia una traccia forte, come se fosse inchiostro indelebile.” Un esempio per chi, nella loro stessa situazione, non ha trovato la forza di rialzarsi.
“Questa sofferenza non si potrà mai superare, ma la si può combattere con la condivisione, sentendoci meno sole. Confesso di non essere mai stata favorevole all’espianto degli organi, mi dispiaceva profanare il corpo di mio figlio, poi però è scattato qualcosa: pensando al carattere di Mauro ho ritenuto che la donazione fosse la scelta migliore. Io ho solo continuato il suo percorso di vita grazie alla forza che lui stesso mi dà ogni giorno. Adesso però aiutatemi a trovare chi vive grazie a lui.”
Per questo Giovanna ha chiesto di condividere il suo appello: chiunque abbia notizie o informazioni utili, può contattarla anche con una lettera anonima. Gli organi di Mauro sono stati donati il 27 Ottobre 2017 dall'ospedale di Careggi (FI). Ad oggi, si sa solo che è stato donato un rene ad una donna di 26 anni (Pisa), il cuore ad un uomo di 63 anni (Siena), il fegato ad un uomo di 54 (Modena) e entrambi i polmoni a un uomo di 41 anni (Padova).
Potete scrivere a Giovanna Carboni inviando un messaggio alla pagina Facebook "Mauro Vive" oppure attraverso questa mail: gianinecarbo@gmail.com