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L’appello della famiglia di Andrea Prospero, 19enne morto a Perugia: “Chi sa ci aiuti”

“Chi sa parli”, chiedono i familiari di Andrea Prospero tramite il loro legale, l’avvocato Francesco Mangano: “Era un ragazzo normalissimo, generoso, buono e sensibile che non assumeva farmaci. Aveva tra l’altro acquistato un biglietto per rientrare a Lanciano i giorni successivi”.
A cura di Susanna Picone
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Chiedono aiuto e sopratutto chiarezza i familiari di Andrea Prospero, lo studente di 19 anni trovato morto in un appartamento del centro di Perugia, dove studiava all’università. Non si sa ancora cos’è accaduto al giovane, la famiglia però dall’inizio ha respinto l’ipotesi del suicidio: secondo i parenti Andrea non si sarebbe tolto la vita “deliberatamente”.

“Chi sa parli, ci aiuti. Soprattutto faccia chiarezza su questo caso che non può essere etichettato semplicemente come suicidio”, l’appello della famiglia del ragazzo lanciato dal loro legale, l'avvocato Francesco Mangano, intervistato da Radio Glox.

Andrea Prospero, studente universitario di Lanciano (Chieti), frequentava Informatica all'Università degli Studi di Perugia: è stato ritrovato morto lo scorso 24 gennaio in un B&B a Perugia. Causa del decesso secondo l’autopsia, un'intossicazione da farmaci.

L’avvocato Mangano ha parlato soprattutto del rinvenimento di cellulari, schede sim e di un computer, ora al vaglio della polizia postale, dove il ragazzo è stato trovato morto. "La rete è una grande ricchezza – ha detto – ma anche un oceano ricco di insidie, di trappole, e un abisso di tentazioni. Riteniamo che Andrea si sia imbattuto in qualche gruppo che o l'ha portato a uno stato d'ansia tale da indurlo ad assumere dei farmaci che poi hanno provocato la morte o qualcuno abbia agevolato il suicidio”.

"Andrea – ha detto ancora l'avvocato della famiglia – non era un esperto informatico che lavorava per la Nasa o per l'Fbi. Era un ragazzo di 19 anni nativo digitale e che studiava informatica ma a sentire il suo migliore amico aveva una conoscenza di Internet assolutamente normale”. Sempre secondo l’avvocato, il ragazzo non aveva dato alcun segnale di sofferenza psichica o di uno stato depressivo. Andrea Prospero “era un ragazzo normalissimo, generoso, buono e sensibile che non assumeva farmaci. Aveva tra l'altro acquistato un biglietto per rientrare a Lanciano i giorni successivi”.

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