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Landini: “Da Marchionne solo fabbriche fantasma”

Il numero uno della Fiom attacca l’amministratore delegato di Fiat: “Negli Usa Marchionne non ha fatto interviste ma accordi con Obama e i sindacati”
A cura di Antonio Palma
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"E' un film già visto, con fabbriche fantasma" è il lapidario giudizio del numero uno della Fiom Maurizio Landini sulle ultime dichiarazioni dell'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne per quanto guarda il futuro dell'azienda automobilistica italiana. "Non possiamo diventare la repubblica delle banane dove si impara quello che fanno le fabbriche dalle interviste sui giornali" ha spiegato Landini, aggiungendo "Negli Usa Marchionne non ha fatto interviste sui giornali, ha fatto accordi con Obama e con i sindacati, ha detto quanto ci metteva, come faceva a ridare indietro i soldi, quali modelli faceva e quali tecnologie utilizzava", invece in Italia "siamo agli stabilimenti fantasma mentre a Termini Imerese stanno occupando l'autostrada perché chiudono, chiudono l'Irisbus e mettono i lavoratori in Cig". "Il manager Fiat ne ha dette tante" ha sottolineato ancora il sindacalista, proseguendo "Dire che si rientra tutti in base al mercato, so già come va a finire, è un film che ho già visto".

"La Fiat non vuole dialogare con nessuno" – "Ieri, ad un incontro, la Fiat ci ha ufficialmente dichiarato che non vuole discutere con nessuno il piano industriale, né con il governo né con i sindacati, ma informeranno delle decisioni che prenderanno" ha rivelato Landini, ricordando che invece"quando si discute di politica industriale ci vogliono cose scritte". In generale secondo il numero uno dei metalmeccanici della Cgil va fatto ancora molto per il mondo del lavoro in Italia. Secondo Landini "va ripristinato un principio, a parità di lavoro deve corrispondere parità di diritti per smetterla che la competizione avvenga sulla pelle delle persone", bisogna poi  "modificare le pensioni, perché aver portato l'età pensionabile a 70 anni ha aumentato la disoccupazione giovanile e l'Italia è il Paese che in Europa ha l'età pensionabile più alta e ha il sistema contributivo che crea danni solo per i giovani". Infine il sindacalista chiede che ci sia "una riduzione degli orari di lavoro per difendere i posti che ci sono", mentre "l'articolo 18 va ripristinato perché non è servito a nulla cambiarlo, è servito solo ad aumentare i licenziamenti"

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