L’analisi dell’epidemiologa Salmaso: “Aumentano i casi Covid tra i bambini delle scuole elementari”
"La curva generale dei contagi resta bassa perché, nonostante la riapertura delle scuole, la stragrande maggioranza degli italiani adulti è vaccinata. Ma è pur vero che si sta assistendo ad un aumento dei casi soprattutto tra i bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni, quindi delle elementari, e in quella 3-5 in alcune regioni in particolari". A parlare è Stefania Salmaso, membro dell’Associazione Italiana di Epidemiologia che ha diretto a lungo il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell'Istituto superiore di sanità (Iss), che a Fanpage.it ha spiegato perché l'effetto riapertura delle scuole non c'è stato sulla curva epidemiologica rispetto allo scorso anno, ma non si può ancora cantare vittoria.
Dott.ssa Salmaso, cosa sta succedendo a livello di contagi?
"La curva dei contagi è al momento molto contenuta. Soprattutto, quelli che stanno tenendo bassi i valori di incidenza sono gli adulti. Quindi è indubbio che in questa lettura giochi un ruolo molto importante la vaccinazione. In altre parole, non aumenta la curva generale perché la stragrande maggioranza degli italiani over 12 è vaccinata. Ma andando a vedere quello che sta succedendo nelle singole fasce d'età nelle varie regioni, si vede che in molte l'incidenza dell'infezione nei bambini delle elementari, quindi dei soggetti tra i 6 e i 10 anni, è leggermente in aumento, così come nella fascia 3-5 anni".
Di quali regioni parla?
"Stiamo parlando di regioni come l'Emilia Romagna, il Veneto, la Toscana e la Puglia, dove si nota un leggero valore più frequente rispetto alle settimane precedenti soprattutto tra i bambini che vanno a scuola alle elementari e in prima media. Evidentemente stiamo parlando di una fascia di popolazione in cui la vaccinazione non ha avuto alcun effetto per forza di cose, non essendo ancora stata approvata dagli enti regolatori. Mentre lo scorso anno c'è stato un innesco da parte delle scuole, anche se non è stato completamente dimostrato, ma sicuramente c'è stata una circolazione soprattutto tra i giovani adulti, quindi tra i 19 e i 24 anni, oggi questa fascia, che evidentemente è stata vaccinata in gran parte, ha ridotto di molto la propria suscettibilità e non viene interessata dalla circolazione che invece permane nei bambini in età scolare".
Ci sono focolai in questa fasce d'età?
"È difficile dire se ci siano al momento focolai, non è facile identificarli. Non abbiamo dati sull'entità e la localizzazione di eventuali focolai epidemici, ma è chiaro che quando vediamo che aumenta l'incidenza nella fascia d'età 6-10 anni possiamo pensare che ha giocato un ruolo sia la vicinanza in ambito scolastico che extrascolastico, dal momento che anche loro riprendono una quasi normalità".
Iss e Ministero dell'Istruzione hanno cambiato le regole sulla quarantena che viene eliminata anche alle elementari e in prima media. Cosa ne pensa?
"Viene introdotta un'analisi con tampone più precoce. Prima si metteva automaticamente in quarantena. Nel momento in cui ci sono state molte infezioni è chiaro che tutto l'apparato diagnostico veniva riservato ai casi più importanti. E quindi si tendeva a non intasare la richiesta di accertamenti. Adesso che i casi sono di meno invece ci si può permettere di raccomandare immediatamente di fare un test e verificare subito la presenza intorno al caso identificato di altre persone che sono infette. In questo modo si evita che intere classi finiscano in isolamento intere, ora si identificano subito le persone contagiate liberando chi è negativo. Quindi dò un giudizio positivo".
Quando sono gravi gli attuali casi tra i bambini?
"Non abbiamo dati se non quelli pubblicati dall'Iss che però sono cumulativi. Diciamo che dall'inizio della pandemia pesa la non disponibilità di numeri per poter fare ulteriori analisi. Sappiamo in linea di massima comunque che i giovani hanno una manifestazione clinica meno severa degli adulti. Tanto è vero che all'inizio si pensava addirittura che i bambini nemmeno lo prendessero il Covid, perché andavamo a cercare solo i casi sintomatici".
Scuola in presenza, dunque, e inizio del periodo invernale che favorisce le infezioni respiratorie. Quale scenario aspettarsi per le prossime settimane?
"Credo che la situazione potrà rimanere sotto controllo se si implementano i test. L'idea di fare degli accertamenti più precoci rispetto alla quarantena dello scorso anno è mirata anche a poter distinguere quelli che saranno episodi influenzali che potremo avere rispetto alle infezioni da Sars-Cov-2. Abbiamo già isolato due virus influenzali in Italia, per altro in due bambini. Visto che ricominciamo ad avere un po' di vita sociale, sempre con una certa cautela, se circolerà di nuovo l'influenza ci saranno tante manifestazioni cliniche che potrebbero essere simili a quelle del Covid ma potremmo subito identificarle grazie al tracciamento".