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Lampedusa, torna l’allarme immigrazione

Sull’isola è previsto l’arrivo di 6 barconi con a bordo 500 tunisini. La scorsa notte, invece, sono sbarcati 66 migranti.
A cura di Alfonso Biondi
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Tunisini

Non c'è pace per Lampedusa. Dopo un periodo di relativa quiete, l'isola delle Pelagie torna ad essere la meta di molti migranti nord-africani, soprattutto tunisini, che abbandonano il loro Paese in cerca di fortuna. La scorsa notte al Molo Favaloro sono sbarcati 66 migranti, la maggioranza dei quali tunisini. Gli extracomunitari sono stati scortati all'interno del porto dalle motovedette della Guardia di Finanza e attualmente sarebbero tutti in buone condizioni di salute. Rifocillati sulla banchina, sono poi stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza dell'isola.

I 66 arrivi, però, sono poca cosa rispetto a quelli previsti per le prossime ore. Già, perché mentre scriviamo a poche miglia dall'isola solcano le acque 6 barconi, sui quali viaggiano complessivamente 500 tunisini. A riferirlo è la Capitaneria di porto.

L'imbarcazione più vicina alle coste italiane si troverebbe a circa 10 miglia di distanza da Lampedusa; la più lontana a una quarantina. Le motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera hanno già attivato tutte le procedure del caso, dirigendosi verso i barconi e, secondo quanto riferito da alcune fonti locali, alcuni uomini della Guardia Costiera sarebbero già a bordo del primo natante, quello che si trova a circa 10 miglia dalla costa.

Intanto l'Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati ha chiesto che vengano intensificati i trasferimenti degli extracomunitari dal centro di Contrada Imbriacola di Lampedusa, punto di primo soccorso, a strutture che siano più adeguate. Ieri Laurens Jolles, rappresentante dell'Alto commissariato, ha incontrato Sonia Viale, sottosegretario al ministero degli Interni, e l'ha messa al corrente della permanenza di "gravi problemi non ancora risolti, nonostante fossero stati già segnalati alle autorità competenti". Jolles ha parlato di oltre 700 migranti rimasti nella struttura di prima accoglienza per un periodo eccessivo (oltre 20 giorni) senza che fosse stato preso alcun provvedimento formale riguardante il loro status giuridico. A ciò si aggiunge anche un gruppo di richiedenti asilo provenienti dalla Libia rimasti nel centro per un periodo addirittura superiore.

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