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Lampedusa, c’è la Cristoforetti e i migranti protestano contro identificazione forzata

Sull’isola in queste ore c’è l’astronauta dell’Esa, in qualità di ambasciatrice dell’Unicef, “per un breve viaggio conoscitivo della realtà migratoria che da anni attraversa la maggiore delle Pelagie”.
A cura di Claudia Torrisi
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Circa 200 eritrei stanno protestando a Lampedusa, hanno sfilato per le strade del paese e si sono dati appuntamento nella piazza principale, vicino alla sede del comune. I migranti sono partiti dal centro di accoglienza presente sull'isola, il primo degli hotspot chiesti all'Italia dall'Unione europea. Protestano contro l'obbligo di farsi identificare e prendere le impronte digitali, non vogliono rimanere in Italia. Come scrive il collettivo Askavusa, attivo sull'isola e che da tempo promuove un appello per chiedere la chiusura dell'hotspot, i migranti "vogliono andare via dal campo di Lampedusa, non vogliono lasciare le impronte per continuare il loro viaggio verso i paesi dove hanno un appoggio per provare a vivere con dignità. Hanno bisogno di libertà, non sono criminali, dicono". Rifiutandosi di lasciare le impronte, i migranti sono bloccati sull'isola siciliana dal 4 dicembre.

"Siamo rifugiati, no alle impronte digitali, vogliamo andare via dal campo", "Rispettate i nostri diritti", recitano i cartelli in mano ai manifestanti. I più portano un foglio con scritto soltanto "Freedom". Quella di oggi non è la prima manifestazione partita dall'hotspot dell'isola. L'ultima in ordine di tempo è stata lo scorso ottobre. Le ragioni della protesta erano sempre le stesse: i migranti volevano andare via dall'Italia, proseguire il loro viaggio e non essere obbligati all'identificazione con la presa delle impronte digitali.

lampedusa

In queste ore a Lampedusa è presente Samantha Cristoforetti, in qualità di ambasciatrice dell'Unicef. L'astronauta dell'Esa, accompagnata dal direttore generale Paolo Rozera, è venuta sull'isola per visitare il centro d'accoglienza, avere un colloquio con il sindaco Giusi Nicolini della questione migranti e incontrare gli uomini della Capitaneria di porto, impegnati nel salvataggio. Cristoforetti è venuta "per un breve viaggio conoscitivo della realtà migratoria che da anni attraversa la maggiore delle Pelagie".

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