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L’amore ai tempi del Coronavirus, la storia di Cecilia: “Ho relazione a distanza, ora come faccio?”

Cecilia è una ragazza di 18 anni. di Milano. Da 6 mesi è fidanzata con Mattia, che abita in provincia di Lecco, a una sessantina di chilometri di distanza. La giovane ci ha inviato la sua lettera, manifestando le sue preoccupazioni per questo momento di congiuntura per il Paese. “Vivo con la paura che a causa dei comuni messi in quarantena non possa vedere il mio ragazzo per molto tempo. Ma il coronavirus non può impedirci di vivere le nostre vite” scrive.
A cura di Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo la storia di una nostra giovane lettrice:

"Mi chiamo Cecilia e ho 18 anni. Sono fidanzata da 6 mesi con un ragazzo di nome Mattia. Io sono di Milano, mentre lui abita in un paese nella provincia di Lecco a 58 km da me. Apparentemente possono sembrare pochi, ma la distanza ci sta rendendo le vite difficili. Sono una ragazza solare e amichevole ma mi ammalo abbastanza spesso. Lui è un ragazzo dolce, gentile e atletico, ma è molto paranoico. La facilità con cui io mi ammalo e lui va in paranoia rendono la nostra storia complicatissima. È difficile poter vedere una sola volta alla settimana l'unica persona che vorrei accanto ogni giorno.

Ultimamente le cose non migliorano, con l'arrivo del coronavirus tutto è più complicato. Abito in una zona arancione di Milano e il caos e il panico seminati da questo virus stanno cercando di spezzare in tutti modi il filo che mi tiene legata a Mattia.
I mezzi di trasporto, unico modo che ho di arrivare da lui, hanno diminuito la circolazione e non sono sicuri. Vivo con la paura che a causa dei comuni messi in quarantena io non possa vederlo per molto tempo. È difficile, ma ci amiamo e combatteremo assieme contro tutto.
Ci vediamo sempre meno, ma ci amiamo sempre più.

Probabilmente le parole di una ragazza di 18 anni possono risultare ridicole se parlano di argomenti del genere. Ma io non ho paura di dire cosa penso e di far sapere alla gente cosa noi ragazzi proviamo in questo momento di crisi.
Non pensiamo a riempire le dispense di scorte o a segregarci in casa per non avere contatti con la gente.
Noi pensiamo alle persone che amiamo e a come il coronavirus non può impedirci di vivere le nostre vite".

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