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L’allarme degli psichiatri: “Da marzo 71 suicidi a causa della pandemia”

Da marzo a oggi in Italia si sono registrati 71 suicidi e 46 tentati suicidi, presumibilmente correlati a coronavirus, a fronte di un numero di suicidi per crisi economica che nello stesso periodo del 2019 si attestava a 44 e quello dei tentati suicidi a 42. A renderlo noto gli psichiatri al Convegno Internazionale sulle tematiche legate al suicidio,
A cura di Davide Falcioni
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Oltre che sulla salute fisica la pandemia da Covid-19 sta avendo importanti conseguenze anche su quella mentale: da marzo a oggi in Italia si sono registrati 71 suicidi e 46 tentati suicidi, presumibilmente correlati a coronavirus, a fronte di un numero di suicidi per crisi economica che nello stesso periodo del 2019 si attestava a 44 e quello dei tentati suicidi a 42. A renderlo noto gli psichiatri che parteciperanno al Convegno Internazionale sulle tematiche legate al suicidio, organizzato dalla Sapienza Università di Roma e con il sostegno non condizionato della Fondazione Menarini, in occasione della Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio del 10 settembre. Oltre alle conseguenze della crisi finanziaria, pesano l'isolamento sociale, ben diverso dal distanziamento fisico necessario, lo stigma verso chi ha superato la malattia, il peggioramento di un disagio psichico già presente esasperato dalla pandemia.

Maurizio Pompili, ordinario di psichiatria della Sapienza Università di Roma e direttore del Servizio di prevenzione del suicidio dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea, ha spiegato che ogni anno in Italia ci sono circa 4.000 suicidi e un numero dieci volte più alto di tentativi di suicidio. "Anche se ci troviamo di fronte a un fenomeno più conosciuto rispetto a quello che era a febbraio o marzo, è ovvio che ad emergere è una grande quota di miseria umana, di sofferenza, di dolore mentale che può andare a collocarsi su soggetti vulnerabili: persone che hanno perso il lavoro, che non riescono a vedere un futuro, che hanno un disturbo mentale. Ma il suicidio è un evento multifattoriale, al quale contribuiscono molti elementi: non è solo l'aver perso il lavoro, quanto l'aver perso il lavoro nell'ambito di tante altre condizioni di criticità che vedono inasprirsi situazioni molto personali".

Secondo gli esperti l'incremento dei suicidi e dei tentativi di suicidio durante il lockdown si spiega anche con la chiusura degli ambulatori presso i quali molte persone effettuano terapie psicologiche e psichiatriche. "L'aver dovuto fermare le visite ambulatoriali, per evitare il contagio, ha rappresentato un elemento di diminuzione dell'offerta sanitaria", spiega ancora Pompili. Per questo molte persone si sono rivolte al Telefono Amico d'Italia (02 2327 2327), che nei primi sei mesi del 2020 ha ricevuto quasi 2mila richieste di aiuto da parte di persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro, oltre il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Diego De Leo, direttore emerito del Centro collaborativo della Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la Ricerca e la Formazione sulla Prevenzione del Suicidio, ha spiegato che "i prossimi mesi potrebbero essere particolarmente delicati sul fronte della sofferenza psicologica a causa degli effetti sull’economia dell’emergenza sanitaria. È fondamentale preparare sin d’ora la popolazione alle difficoltà del periodo che sta arrivando in modo che non ne venga colta del tutto alla sprovvista".

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