Laila Hel Harim, in centinaia ai funerali dell’operaia: “Non si può lavorare per morire”
Martedì 10 agosto nella sezione islamica del cimitero di Massa Finalese (Modena) si sono celebrati i funerali di Laila Hel Harim, l'operaia di quarantuno anni morta per un tragico incidente sul lavoro lo scorso 3 agosto nell'azienda Bombonette di Camposanto. All'ultimo saluto a Laila erano presenti parenti, amici, ex colleghi di Laila, ma anche rappresentanze della comunità islamica emiliana, i sindaci dell'Area Nord della Bassa e la Cgil.
Un rito articolato e toccante, durante il quale hanno preso la parola, tra gli altri, la sindaca di Bastiglia Francesca Silvestri e l'assessora di Finale Emilia Monica Malaguti. Stretti in un composto cordoglio, i familiari più stretti non hanno voluto parlare con la stampa. A ricordare Laila Hel Harim sono stati invece alcuni ex colleghi e colleghe, che condividevano la convinzione che Laila fosse una vera professionista, perfettamente in grado, quindi, di maneggiare il macchinario che l'ha uccisa, una fustellatrice all'interno della quale la donna è rimasta intrappolata.
"Una vera professionista", ma non era stata formata a dovere
"Laila era una gran lavoratrice e quella non era certo la prima volta che utilizzava una fustellatrice", sostiene l'ex collega di Laila Hel Harim, Akim. Dalla relazione tecnica redatta dall'Ausl è però emerso che Laila Hel Harim non aveva ricevuto dall'azienda in cui lavorava la necessaria formazione per l'utilizzo del macchinario specifico che l'ha uccisa. La vittima, insieme ad altri operai e colleghi, avrebbe dovuto seguire il corso a settembre.
"Nel 2021 non è possibile morire in questo modo", ha dichiarato la segretaria generale della Cgil di Modena Emanuela Gozzi. "La nostra Costituzione ci garantisce il diritto di lavorare per vivere, non di lavorare per morire, ha affondato.
La funzione, che si è svolta per metà in lingua araba e per metà in italiano, è stata condotta dall'imam Said Jazouani, console generale del Marocco. Laila, infatti, era di origini marocchine, per quanto vivesse in Italia da diversi anni. Lascia il fidanzato con cui aveva in programma di sposarsi, Manuele Altiero e una bimba di soli cinque anni.
Iniziata poco dopo le 18 di martedì pomeriggio, la funzione si è protratta fino a quasi le otto di sera. Mentre i cari della vittima si stringono in un comprensibile cordoglio, le forze dell'ordine indagano sulle possibili cause che hanno condotto alla morte di Laura per "schiacchiamento" tramite quella maledetta fustellatrice. Nel registro degli indagati risultano per ora risultano il legale rappresentante dell'azienda Bombonette di Camposanto (Modena) ed il responsabile alla sicurezza.
"Laila era preoccupata per la macchina"
Secondo le prime indiscrezioni, pare infatti che la fustellatrice che ha ucciso la quarantunenne di Bastiglia avesse un malfunzionamento che la donna avrebbe tra l'altro segnalato non più tardi di due mesi fa, a giugno 2021. A fornire questo dettaglio è il compagno di Laila, Manuele Altiero, che al Resto del Carlino ha detto di aver trovato nel telefono della fidanzata alcune foto del macchinario. "Laila era preoccupata perché quella fustellatrice non era sicura", ha dichiarato al quotidiano emiliano romagnolo.
Mentre proseguono le indagini, i sindacati confederali ed in particolare la Cgil promettono battaglia perché simile tragedie non si verifichino più.