L’aggressione di Turetta a Giulia Cecchettin durata 20 minuti: “Ha avuto il tempo di percepire imminente morte”

È durata 20 minuti l'agonia di Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate dall'ex fidanzato Filippo Turetta. È quanto si legge nelle oltre 150 pagine in cui i giudici della Corte d'Assise di Venezia hanno spiegato perché il 22enne è stato condannato all'ergastolo lo scorso 3 dicembre con l'aggravante della premeditazione.
Spiegando perché a Turetta non sia stata riconosciuta l'aggravante della crudeltà, i togati hanno scritto che "è stato valorizzato il fatto che l'aggressione sia durata complessivamente circa 20 minuti, lasso di tempo durante il quale Giulia Cecchettin ha avuto la possibilità di percepire l'imminente morte".
Hanno ricordato i giudici che il 22enne ha raccontato di essersi fermato quando si è reso conto di aver colpito l'occhio della vittima: "Mi ha fatto troppa impressione", ha dichiarato. L'aggressione – si legge ancora nella sentenza – è avvenuta "con una serie di "colpi ravvicinati, portati in rapida sequenza e con estrema rapidità, quasi alla cieca".
A ciò aggiungono i giudici che tuttavia manca "la prova che l'aver prolungato l'angoscia della vittima sia atto fine a sé stesso, frutto della deliberata volontà dell'imputato di provocarle una sofferenza aggiuntiva e gratuita", per cui non è stata riconosciuta l'aggravante della crudeltà.
Esaminando la videoregistrazione delle fasi dell'omicidio, il collegio giudicante ha precisato che "emergono colpi ravvicinati" e quindi "tale dinamica, certamente efferata", si ritiene non "sia stata dettata, in quelle particolari modalità, da una deliberata scelta dell'imputato". Anche i punti delle ferite causate dalle coltellate "appaiono frutto di azione concitata, legata all'urgenza di portare a termine l'omicidio".