Addio a Giuseppe Lenoci, morto durante stage. Le urla della madre ai funerali: “Mi avete tolto mio figlio”
“Voglio giustizia per mio figlio”. Lo ha urlato fra le lacrime, al termine dei funerali celebrati stamattina, Francesca Crudele, la mamma del 16enne della provincia di Fermo morto lunedì 14 febbraio in un incidente stradale, mentre stava svolgendo uno stage. A dare l'ultimo saluto a Giuseppe Lenoci c'era tutta la comunità di Monte Urano, un piccolo comune nelle Marche nel quale il padre del giovane, Savino, aveva messo su famiglia diversi anni fa, partendo dalla Puglia. In paese è stato proclamato il lutto cittadino, con tutte le autorità locali intervenute alle esequie, celebrate dal parroco Don Luigi Mancini, in una chiesa di San Michele Arcangelo troppo piccola per contenere tutto il dolore provocato da questa tragedia.
“Dio chiede di stare vicini a chi soffre e una mamma e un babbo che perdono un figlio soffriranno sempre”, ha detto dall'altare il sacerdote del paese, esortando i presenti, e in particolare i giovanissimi compagni e amici di Giuseppe, a non lasciare da soli i genitori del ragazzo in questo momento così difficile. “Che possa giocare nella squadra di Dio” ha aggiunto don Luigi Mancini, mentre la sindaca di Monte Urano, Moira Canigola, ha confessato di aver incontrato più volte la famiglia del ragazzo, ma mai direttamente Giuseppe. “Lo immagino però un ragazzo, anzi un bravo ragazzo, che amava lo sport e stare in compagnia”, ha detto. “Stava formando la sua vita attraverso una scuola professionale per esercitare un mestiere di quelli importanti” ha aggiunto Canigola, poi è stato il turno anche della prima cittadina di Serra de' Conti, la località nelle vicinanze della quale è avvenuta la tragedia, Letizia Perticaroli: “Da oggi nessuno di noi potrà più passare da quella strada senza rivolgere un pensiero alla giovane vita che lì è stata recisa”.
Sull'altare, di fianco al sacerdote, c'erano anche i compagni, gli allenatori e i dirigenti del Campiglione, la squadra di Monte Urano nella quale Giuseppe metteva in pratica una delle sue più grandi passioni, quella per il calcio. Vicino al feretro, non a caso, sono stati posizionati anche un pallone, un casco e una maglia della Juventus, del quale il 16enne era tifoso. C'era uno striscione dedicato a Giuseppe dai suoi compagni e dei palloncini bianchi per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. Uno dei suoi amici ha letto una lettera in chiesa: “Eri la persona migliore di questo mondo, l'amico di tutti: ci hai lasciato un vuoto incredibile. Le lacrime rigano i nostri volti quando ripensiamo a te – ha concluso il giovane- ma se ripenso al tuo sorriso e alle tue parole capisco che non posso essere triste. Sei tu che ci hai insegnato a vivere la vita sempre col sorriso. Ciao Beppe”.