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News sull'omicidio di Elena Del Pozzo a Catania

L’abbraccio all’asilo e le coltellate: la storia di Elena Del Pozzo, uccisa dalla mamma Martina Patti

Il 13 giugno 2022 Martina Patti uccideva nel Catanese sua figlia Elena Del Pozzo, una bambina di 5 anni: la storia di questo terribile figlicidio.
A cura di Anna Vagli
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Un anno fa moriva per mano di sua madre Elena Del Pozzo, una bambina di soli cinque anni. Era il primo pomeriggio del 13 giugno 2022 quando Martina Patti compiva quell’atto di estrema violenza in grado di scuotere non solo la comunità di Mascalucia, in provincia di Catania, ma l’Italia intera. Facendola nuovamente ripiombare nell’incubo delle madri assassine.

L’organizzazione del figlicidio da parte di Martina Patti

Gli eventi si susseguirono in modo drammatico quel 13 giugno. Martina Patti, tornata a casa in auto dopo una serata trascorsa in compagnia di amici, anziché riposarsi, decideva, come cristallizzato dalle telecamere di videosorveglianza della zona, di rifare lo stesso percorso. Questa volta con uno scopo sinistro e sanguinario.

Si fermava così in un luogo appartato, aprendo il bagagliaio della sua auto per prelevare una zappa e una pala. Secondo quanto ipotizzato pressoché nell’immediatezza dagli investigatori, la donna aveva utilizzato quegli strumenti per scavare una fossa nel terreno circostante. Poi, dopo essere rimasta per circa una quarantina di minuti sul posto che di lì a poco sarebbe diventato una scena del crimine, tornava a casa correndo.

Lasciando un terribile segreto dietro di sé. Era tutto pronto per consumare l’omicidio di sua figlia Elena.

Elena Del Pozzo
Elena Del Pozzo

L’uscita dall'asilo e l’omicidio

Dopo aver prelevato Elena da scuola e averle offerto un budino al cioccolato, Martina portava la bambina proprio nel campo vicino alla loro abitazione. Con l'inganno di un gioco infantile, la copriva con un sacco nero e compiva un atto di ferocia inimmaginabile, infliggendo ripetute coltellate alla schiena alla piccola fino a ucciderla.

Non si è fermata nemmeno quando Elena ha tentato disperatamente di proteggersi, come confermato dagli evidenti segni di difesa presenti sui palmi delle sue mani, rilevati durante l'autopsia. Con una crudeltà difficilmente spiegabile a parole, Martina Patti, dopo averla massacrata con numerosi colpi di coltello, seppelliva sua figlia nella buca che aveva scavato qualche ora prima.

L'ultima immagine di Elena all'asilo catturata dalla telecamera
L'ultima immagine di Elena all'asilo catturata dalla telecamera

La prima versione dei fatti e le indagini

Verso le 16:00, Martina si recava alla caserma dei carabinieri per raccontare una storia di rapimento da parte di un commando di uomini incappucciati. Uomini che, secondo la prima ricostruzione della donna, l’avevano braccata all’uscita di scuola pronunciando frasi vendicative che avrebbero alluso all’ex compagno.

Tuttavia, gli investigatori non tardavano a concentrare le indagini su di lei, escludendo la pista del rapimento organizzato. La mancanza di prove oggettive e testimoni che confermassero la sua storia faceva emergere la verità: era stata Martina stessa a compiere l'orrendo crimine.

In seguito, messa sotto torchio, la giovane madre confessava e faceva ritrovare il corpo senza vita della piccola Elena.

Le giustificazioni di Martina Patti

Martina Patti, mamma della piccola Elena Del Pozzo
Martina Patti, mamma della piccola Elena Del Pozzo

Martina Patti tentò di giustificare il suo inqualificabile gesto con frasi come "Qualcuno si è impadronito di me, sono distrutta". Con la chiara intenzione di far supporre una qualche incapacità di intendere e di volere rispetto al figlicidio commesso. Ma alla radice del sanguinario gesto c’era molto di più. L’odio e l’intenzione di vendicarsi nei confronti di Alessandro Del Pozzo, ex compagno e padre di sua figlia.

Il motivo? L’essersi rifatto una vita con un’altra donna, Laura. Martina ha raggiunto il picco di frustrazione nel momento in cui si è fermata a riflettere sull'ultima serata trascorsa da Elena proprio con suo padre Alessandro, la sua nuova compagna e i nonni paterni. Da quel momento in poi, nella visione distorta della Patti, Elena era diventata un’arma per ferire l’ex compagno. E di conseguenza, dopo essersi svestita della condizione di genitore, ha iniziato a percepirla esclusivamente come un ostacolo da eliminare.

In questo modo, Martina si è eclissata e ha rinunciato all'amore e all'empatia che la legava indissolubilmente a Elena. Del resto, quello era l'unico stato d’animo capace di consumare un delitto efferato come l’uccisione di una figlia dopo averla generata.

Che cosa rischia Martina Patti

Il 17 aprile 2023 si è svolta l’udienza preliminare di fronte al Gup presso il Tribunale di Catania. Il dottor Stefano Montoneri ha disposto il rinvio a giudizio per Martina Patti. La donna è accusata di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato. A un anno di distanza dall'omicidio è iniziato il processo.

Martina Patti, reo confessa in relazione all’omicidio della figlia, rischia l’ergastolo. Difatti, salvo che la sua difesa non riesca a far cadere l’aggravante della premeditazione, l’impianto accusatorio delineato nel corso delle indagini configura un quadro che lascia poco spazio a differenti conclusioni processuali.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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