La violenza della frana ha distrutto tutto, test Dna per riconoscere le vittime
Secondo gli inquirenti, il riconoscimento di alcuni corpi delle vittime della valanga della Marmolada potrà essere effettuato solo grazie al test del Dna. I soccorritori hanno descritto una "carneficina inimmaginabile" provocata dalla violenza del crollo. Le salme delle vittime sono state portate allo stadio del ghiaccio di Canazei dove è stata allestita la camera ardente. Sono 3 le persone decedute identificate nelle ultime ore.
A Canazei è stato attivato anche un team di psicologi per assistere i parenti degli escursionisti, che si sono recati sul posto. La procura di Trento ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, con l'ipotesi di reato di disastro colposo. Si occuperanno delle indagini il procuratore Sandro Raimondi e il pm Antonella Nazzaro.
Sono ancora in corso invece le ricerche dei dispersi. Le operazioni sono riprese in mattinata. I soccorritori hanno monitorato l'intera area grazie all'ausilio di droni. Nelle ultime ore il bilancio delle persone che mancano all'appello è aumentato. Sarebbero almeno 30 gli alpinisti travolti dalla valanga: due cordate di esploratori sono state investite dai detriti scesi a valle a una velocità di 300 chilometri.
Nella mattinata odierna è atteso a Canazei anche l'arrivo di Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile. Per le ricerche, il Soccorso Alpino sta controllando anche le auto in sosta nel parcheggio poco lontano dalla Marmolada. Tra le vittime identificate finora Filippo Bari, di 27 anni, residente a Malo, in provincia di Vicenza. Ieri, prima della tragedia, aveva inviato un ultimo selfie ad amici e parenti proprio dalla Marmolada. Tommaso Carollo era una manager di 48 anni di Thiene, Paolo Dani era una guida alpina di Valdagno. Aveva 52 anni ed era molto conosciuto per la sua esperienza.