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La vendetta dei clan: trucidate al cimitero madre e sorella del killer di Cosenza

Due donne sono state trucidate a colpi di pistola al cimitero di San Lorenzo a Vallo (Cosenza) lo scorso 31 ottobre. Le vittime erano la madre e la sorella di Francesco Attanasio, l’assassino di Damiano Galizia, 31enne assassinato a Rende alcuni mesi prima. I legami di Galizia con la malavita locale hanno portato gli inquirenti sulla pista della vendetta trasversale: la plateale esecuzione delle due donne avrebbe “punito” l’assassinio del Galizia.
A cura di Angela Marino
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Malavita organizzata, debiti e vendette sarebbero alla base dell'intricata vicenda che unisce il duplice omicidio di due donne, madre e figlia, colpite da un raffica di proiettili mentre erano al cimitero, e quello di uno studente universitario con la passione per le armi. Edda Costabile (77 anni) e la figlia Ida Attanasio (52) sono state uccise il 31 ottobre 2016 a San Lorenzo del Vallo, nel Cosentino. Le vittime sono rispettivamente la madre e la sorella di Francesco Attanasio, 33 anni, detenuto in carcere per l'omicidio di Damiano Galizia. Il 33enne si è costituito lo scorso maggio confessando di aver ucciso lo studente durante un litigio in cui questi gli chiedeva in maniera pressante la restituzione di un prestito.

I tre omicidi hanno un solo comune denominatore: Francesco Attanasio, che, dal carcere dove è recluso potrebbe essere rimasto vittima di una vendetta trasversale nell'ambito della malavita organizzata. Per questo il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla ha stabilito un contatto operativo con la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e la Procura di Cosenza, che indaga per l'omicidio di Galizia. L'ipotesi della Procura è che la plateale esecuzione delle due donne – avvenuta in mezzo a decine di persone, in pieno giorno – sia una ritorsione nei confronti di Attanasio. Ma il nodo della questione è: i killer agivano per conto di una cosca? Da una meticolosa ricostruzione degli inquirenti la tesi sembra trovare diverse conferme. Intanto i carabinieri stanno anche cercando il fratello di Damiano Galizia, irreperibile da domenica 30 ottobre. Gli investigatori lo cercano come persona informata sui fatti, tuttavia, dovrà anche spiegare i motivi del suo allontanamento.

Damiano Galizia
Francesco Attanasio, in carcere per l'omicidio di Damiano Galizia

Sparatoria al cimitero di San Vallo: il testimone

Il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla ha parlato di un testimone chiave nel duplice omicidio di San Lorenzo del Vallo. Si tratta di una persona presente quel giorno al camposanto che sarebbe pronta a riferire particolari fondamentali per l'identificazione dei sicari. La testimonianza ha rotto il clima di omertà e silenzio che avvolge il caso. Dopo la sparatoria, infatti, il cimitero era rimasto vuoto e nessuno dei presenti aveva voluto collaborare con le forze dell'ordine. Perfino il fioraio all'ingresso si era dileguato prima dell'arrivo dei carabinieri.

L'omicidio di Damiano Galizia

Il cadavere di Damiano Galizia viene ritrovato in una villetta in contrada Dattoli a Quattromiglia di Rende (Cosenza), il 26 aprile del 2016. Lo studente 31enne è stato ucciso dai colpi di una Beretta calibro 9. È il suo assassino, Francesco Attanasio, reo confesso, a fornire agli investigatori tutti gli elementi per ricostruire l'omicidio. Il 33enne racconta di aver sparato al ragazzo di San Lorenzo Del Vallo al culmine di una lite per la restituzione di un prestito di 17mila euro. Secondo il suo racconto avrebbe avuto un confronto acceso con il Galizia, durante il quale sarebbero partiti i colpi. Sotto choc, il giovane sarebbe poi fuggito per fare ritorno sul luogo del delitto – sempre secondo la confessione resa agli agenti della Mobile – due giorni dopo, il 28 aprile. Lo scopo era quello di ripulire la scena e occultare il cadavere. Attanasio riferisce di aver eliminato le tracce di sangue, prelevato i bossoli, il cellulare e le chiavi dell'auto della vittima e di essersi poi diretto in auto a Cosenza.

Il giallo dell'arsenale e l'ombra del clan Presta

È il 26 aprile quando Francesco Attanasio indica alle forze dell'ordine l'esistenza di un box contenente un'autentica Santa Barbara, all'interno del complesso "Il Girasole". Il capannone era stato affittato da Damiano Galizia grazie all'intermediazione dello stesso Attanasio che, però, secondo quanto riferito agli inquirenti, non sarebbe stato a conoscenza del contenuto del box. Nell'arsenale vengono sequestrati due Ak 47 Kalashnikov, due Thompson, un mitra Sten, uno Tommy Gun e una quantità di munizioni. Le armi erano nascoste all'interno di alcuni borsoni e sacchetti di plastica. Sul ritrovamento inizia a indagare la Dda di Catanzaro puntando su un possibile legame con la cosca dei Presta.

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