La variante covid indiana si sta diffondendo in Europa, il rapporto Ecdc
La variante covid B.1.617 o variante indiana, perché segnalate per la prima volta in India nel dicembre dello scorso anno, si sta diffondendo sempre di più in Europa anche se per ora le percentuali rimangono basse. È quanto emerge dall'ultimo rapporto del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) proprio sulla variante SARS-CoV-2 B.1.617 e i vari ceppi collegati. Anche se è il Regno Unito ad aver assistito a un rapido aumento dei casi della variante Covid indiana, probabilmente per gli scambi più fitti che ci sono col Paese, un aumento della frequenza dei casi è stata riscontrata anche nei Paesi dell'unione europea. In Particolare nel vecchio Continente sono stati individuati due dei tre sottotipi della variante indiana, B.1.617.1 e B.1.617.2, su entrambi però esistono ancora poche informazioni sia per quanto riguarda la loro trasmissibilità, sia per la gravità della malattia provocata sia per una eventuale resistenza al vaccino anti covid.
La variante indiana B.1.617.1
Per quanto riguarda la variante B.1.617.1, quella che per prima è sta identificata in India raggiungendo il picco di circa il 50% dei nuovi casi segnalati alla fine di marzo 2021 prima di cedere il passo al ceppo 2, al 10 maggio era stata rilevata in diversi casi nel Regno Unito (247 casi), in USA (137), Singapore (64), Germania (28), Australia (21) e Danimarca (21). Casi isolati invece nel resto del mondo compresa l'Italia. Secondo l'Ecdc ci sono indicazioni che la variante sia in aumento nell'UE ma attualmente è rilevata solo in una piccola percentuale del totale.
La variante covid indiana B.1.617.2
La variante indiana B.1.617.2, che era rimasta marginale in India fino all'inizio di marzo 2021, diventando invece la variante dominante nei nuovi casi ad aprile, al 10 maggio 2021 è stata rilevata in maniera massiccia nel Regno Unito (676) e in USA (192), ma in parte anche a Singapore (91), Australia (58), Germania (31), Giappone (20), Danimarca (18), Bahrein (13), Belgio (12), Francia (12), Irlanda (12), Svizzera (10), Nuova Zelanda (9), Italia (5), Polonia (5). Secondo l'Ecdc il Regno Unito ha visto un rapido aumento della proporzione di questa variante associata ai viaggi in India. Per questo, anche se c'è una tendenza all'aumento in alcuni paesi dell'UE, i dati andrebbero interpretati con cautela perché quando una variante è associata ai viaggi, la sua presenza nella comunità può essere sovrastimata. Nell'ultima settimana le percentuali di incremento più alte sono state segnalate in Irlanda (1,5%), Francia (1,0%) e Belgio.
I vaccini e la variante indiana
Il terzo sottotipo, rilevato a febbraio in India, è invece ancora raro fuori dal Paese e in Europa. Al momento per nessun ceppo della variante covid indiana ci sono dati certi. Esistono solo analisi limitate riguardo la loro trasmissibilità o letalità anche perché in India i tassi di mortalità potrebbero essere aumentati notevolmente in correlazione al collasso dei servizi sanitari e no ala gravità della malattia. Ad ogni modo finora in Europa non sono stati segnalati decessi tra persone infettate dalla variante mentre uno studio pubblicato di recente ha stabilito che il vaccino Covaxin era in grado di neutralizzarla e per l'Ema ci sarebbero evidenze scientifiche che confermano che anche i vaccini a mRNA, come quelli realizzati da Pfizer e Moderna, sarebbero in grado di neutralizzare questo tipo di mutazione.